Referndum contro i costi della politica: i tempi stringono e mancano

20 Settembre 2007   14:10  
Mancano cinque giorni alla scadenza dei termini entro cui è possibile firmare la proposta di referendum contro i costi della politica. Il comitato promotore, a cominciare dal suo leader Piò Rapagnà, non nasconde le difficoltà. Mancano 15mila firme e continua a registrarsi, denuncia l´ex-parlamentare radicale, "la mancanza di informazione, l´indifferenza generale degli organi di garanzia della Regione e di tutta la casta politica i cui privilegi sono oggetto di richiesta abrogativa". I referendum, lo ricordiamo, riguardano l’abolizione delle indennità di carica di consiglieri, presidenti ed assessori regionali, l´abolizione dell’assegno vitalizio dei consiglieri regionali, compresa la pensione di reversibilità, la decadenza degli organi e dei consigli di amministrazione degli Enti strumentali. Come quarto punto c’è infine l’abrogazione della legge regionale sulle indennità per rifarne un’altra su basi e condizioni diverse. "Se i referendum andranno a buon fine - ricorda Rapagnà - si potranno risparmiare 140 milioni di euro, una cifra pari a sette leggi omnibus, da utilizzare per cose davvero utili alla collettività" Si potrà firmare fino a martedì prossimo, 25 settembre presso gli Uffici pubblici dei segretari comunali, gli Uffici Anagrafe ed Urp, in orario di ufficio, nei seguenti Comuni abruzzesi: L´Aquila, Avezzano, Sulmona, Chieti, Lanciano, Vasto, Francavilla, Ortona, San Salvo, Pescara, Montesilvano, Spoltore, Penne, Città Sant´Angelo, Teramo, Roseto degli Abruzzi, Giulianova, Silvi, Pineto, Atri e Montorio al Vomano. Pio Rapagnà, a causa dei tempi stretti, si appella ai sindaci e ai segretari comunali: "Chiedo che tengano aperti, in via straordinaria, gli Uffici anagrafe ed Urp, con la presenza di un funzionario delegato alle autentiche, anche nei giorni di sabato 22 e domenica 23 settembre". Filippo Tronca

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