Regione, domani si decide la sorte dei portaborse

È finita la pacchia in Regione, potremmo dire.
I nuovi consiglieri regionali ed i futuri assessori non potranno più portarsi al seguito lo stuolo di collaboratori, in gergo portaborse, che poi spesso sul finire della legislatura ricevono il beneficio di una legge che li stabilizza, ed è così che per ogni legislatura l’ente si arricchisce di personale.
Nella nuova legislatura infatti, che avrà inizio ufficialmente a gennaio con la proclamazione degli eletti e l’insediamento del neo presidente Chiodi, potrebbero scomparire i collaboratori di nomina politica a chiamata diretta, una settantina in tutto, con contratto a tempo determinato.
La legge , proposta dall’assessore D’Amico (impugnata dal Governo ), che nelle settimane che hanno preceduto il voto ha stabilizzato un migliaio di precari, contiene una clausola che blocca le assunzioni per i prossimi due anni.
L’unico modo che ha ora la politica per scongiurare l’eventualità che la priverebbe della possibilità di ricorrere a collaborazioni esterne fiduciarie, è abrogare, nell’ultimo consiglio dell’anno, nonché l’ultimo dell’ottava legislatura, convocato per domani, gli articoli della legge riguardanti i portaborse.
Ed ai portaborse ad oggi impiegati negli uffici dei vari gruppi consiliari e negli assessorati, sono state già recapitate le lettere di licenziamento, valide dalla proclamazione dei nuovi eletti da parte della Corte d’Appello, a meno di una decisione in loro favore da parte del parlamento regionale.
La palla è ora nelle mani dei vecchi consiglieri, pochi dei quali sono stati rieletti e quindi sono interessati alla problematica.
Nella seduta di domani sarà all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio provvisorio, già approvato dalla Giunta e poi dalla Commissione Bilancio.
Il licenziamento dell’esercizio provvisorio eviterà che la Regione dal primo gennaio abbia problemi nella gestione dell’ordinaria amministrazione, compreso il pagamento degli stipendi.