Regione e Provincia di Teramo: lavoratori precari in bilico

Una vita da co.co.co.

20 Maggio 2010   13:38  

Prosegue la mobilitazione dei precari della Regione Abruzzo che oggi hanno incontrato i capigruppo per illustrare la loro preoccupazione e le loro ragioni. ''Siamo 180 persone, molti co.coco. - hanno detto - che lavorano anche da 12 anni nell'ente, hanno acquisito una professionalità, hanno già sostenuto concorsi, chiediamo dunque che anche per noi si porti a compimento il percorso di stabilizzazione come avvenuto già in questa legislatura per 70 ex-precari a tempo determinato.''

L'intenzione della giunta è invece quella di bandire un concorso pubblico per 150 posti a tempo determinato, ''ma a questo concorso - protestano i precari attuali - molti di noi non potranno nemmeno partecipare, e inoltre chi potrà farlo non si vedrà riconosciuto adeguatamente l'anzianità e la professionalità acquista sul campo''.

Al nostro microfono argomenta poi il consigliere Pd Giovanni D'Amico, ''non ha senso licenziare dei precari per sostituirli con altri precari. Dietro c'è un'incomprensibile atteggamento punitivo''. E forse una subdola forma di spoil system aplicato anche al personale.

Il ricambio, sostengono poi i precari non porterà ad un risparmio per l'ente, perché i nuovi arrivati dovranno acquisire una professionalità e nel frattempo la Regione potrebbe essere costretta ad esternalizzare servizi oppure a subire una riduzione di produttività.

Un esempio: i siti web della Regione, oltre cento, ad esempio sono gestiti da tre co.co.co.  Difficilmente chi li sostituirà sarà in grado di farlo da subito. Stesso discorso per la delicata gestione del sito del Bura, per l'attività di intercettazione dei bandi di gara e finanziamenti europei, per il servizio informatico.

I precari, che guadagnano in media dai 1000 a i 1300 euro al mese, senza malattia ferie pagate, tredicesima e senza orari, non vogliono il concorso non solo per una questione di principio, ma perché temono che esso non sia poi trasparente, e che i soliti raccomandati gli rubino il posto di lavoro. Obiettano inoltre  che per loro non sarà facile concorrere con giovani freschi di studi, dotati però di competenze teoriche che poi nel lavoro effettivo non sono determinanti quanto il tirocinio pratico, già acquisito dai precari.

Altro ente e scenario, stesso dramma del lavoro che oggi c'è domani chissà.
La Provincia di Teramo si appresta ad approvare la delibera di costituzione della società in house Teramo Lavoro, a cui saranno esternalizzate funzioni e servizi. A seguito di questo atto a rischiare il posto sono però oltre 100 precari dell'ente che rischiano di ritrovarsi in esubero.

A seguire il comunicato stampa del Coordinamento Precari della Provincia di Teramo

'' La Provincia vuole mandare a casa cento lavoratori e svendere i propri servizi
Domani il Consiglio provinciale approverà la delibera di costituzione della società in house, che cambierà radicalmente il ruolo e il futuro stesso dell'Ente

Il Consiglio provinciale adotterà l'atto con cui l'Ente ammetterà pubblicamente la propria inutilità. Cittadini e giornalisti sono invitati a presenziare ad un evento storico, che cambierà il volto dell'amministrazione affidando ad una Srl (la società a responsabilità limitata "Teramo Lavoro") buona parte dei servizi gestiti finora direttamente in favore della collettività.
Catarra e la sua Giunta stanno producendo una rivoluzione "copernicana", che definiscono l'unica via per salvare il salvabile e dare una raddrizzata a questo Ente piegato da anni di gestione di centro-sinistra. In un periodo storico di drammatica crisi economica, la Provincia - invece di raccogliere le istanze dei precari e concludere i processi di stabilizzazione in atto - sceglie la via più lontana dal suo ruolo istituzionale e di garanzia per i cittadini, decidendo di mandare a casa un centinaio di lavoratori.

Siamo noi i precari che da dieci anni lavorano in Provincia. Precarissimi prima, con contratti di collaborazione coordinata e continuativa; precari poi, a seguito dei concorsi e del passaggio al lavoro dipendente a tempo determinato.
Il nostro percorso di stabilizzazione è stato fermato dalla Giunta Catarra con la motivazione che non ci sarebbero i soldi per assumerci. E allora, con quali fondi lavorerà la società in house? E come sarà pagato il famigerato "amministratore delegato", ovvero l'ennesimo "dirigente" dell'Ente? Tutti i servizi che dai precari sono stati gestiti in questi anni di successi e premi per l'eccellenza......svenduti ad una società che avrà 10.000 € di capitale sociale? Così poco valgono il lavoro e la dignità dei precari? Precari che il Presidente si ostina a definire "lavoratori a termine". Noi non siamo "a termine", siamo precari come i lavoratori di quelle aziende private - questo è il paradosso - per i quali la Provincia si è spesa e si sta spendendo sostenendo a gran voce la necessità di salvaguardare il loro futuro. Cosa abbiamo di diverso?

La verità ve la possono raccontare ancor meglio i dipendenti di ruolo, che manifestano un'insofferenza mai palesata negli ultimi anni. Il processo di annichilimento sarà completo dopo il passaggio alla società di quasi tutte le funzioni ed i servizi dell'Ente. Di cosa si occuperanno i dipendenti poi? Passeranno anche loro nella società in house o saranno "di supporto" ad essa?

La verità poi ha altri testimoni: i sindacati. Che, per "eccesso di trasparenza", venerdì scorso sono stati convocati dall'Ente in una riunione in cui si sono sentiti dire che la società in house non sarà oggetto di concertazione. Come è possibile che decidere il destino di funzioni, ruoli e personale della Provincia non sia un'attività da concertare con i sindacati?

Domani si celebrerà il funerale dell'Ente Provincia di Teramo e contestualmente nascerà la società in house, la "Provincia di Teramo 2", libera finalmente da orpelli burocratici, lungaggini amministrative, dipendenti scontenti, gare di appalto e concorsi pubblici, e quindi efficiente, efficace ed economica....

Vi aspettiamo fuori dalla Sala del Mutilato giovedì 20 maggio dalle 16.00 in poi.
Per favore, non fiori, ma opere di bene.''

 

 


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