Ricostruzione Abruzzo in Parlamento. Blundo: ''Priorità a lavoro, ambiente e trasparenza''

24 Aprile 2013   16:13  

L'intervento della senatrice del Movimento 5 stelle Enza Blundo oggi in Senato:

''Signor Presidente, colleghi e Signor Ministro Come anticipato nel corso della seduta dell'Assemblea del Senato il 3 aprile scorso, ho formalmente richiesto, in data 5 aprile, al Presidente Grasso di voler valutare l'opportunità di convocare la nostra Assemblea, ai sensi dell'articolo 62, comma due, della Costituzione, nella Città dell'Aquila, per una costatazione diretta dello stato in cui versa una città capoluogo riconosciuta di enorme valore storico, artistico ed architettonico.

La seduta di oggi nasce da quella nostra richiesta, che voleva proporre alle istituzioni repubblicane rappresentative la possibilità di svolgere un ampio dibattito di riflessione sui recenti eventi sismici ,sullo stato della ricostruzione fisica e sociale e sull’incapacità mostrata nell’ascolto dei territori. che illustrerà la mia collega.

Non possiamo non tener conto delle legittime istanze dei cittadini abruzzesi del cratere, rese evidenti sin dai primi mesi dopo il sisma e da troppo tempo rimaste senza risposta.

Fino ad ora ci sono stati interventi parziali, dispendiosi non risolutivi che hanno lasciato ampi margini all’illegalità.

Su questi temi, riguardo la ricostruzione di L’Aquila, ho presentato un atto di sindacato ispettivo e depositato una proposta di inchiesta parlamentare.

Al nuovo Governo, in particolare, chiederemo risposte precise sugli enormi problemi ancora aperti nell'ambito della ricostruzione, mentre al Governo in carica (e a quello che lo ha preceduto) chiederemo conto del loro operato e delle ragioni delle gravi disfunzioni registrate.

Troppi infatti sono i punti ancora oscuri nella gestione di una vicenda che avuto inizio, non dimentichiamolo, con una tragedia, in cui hanno perso la vita 309 persone, più di 1.500 sono rimaste ferite e 70 mila sono stati gli sfollati.

Riteniamo che sia giunto il momento di fare piena luce su dati e documenti, fondi stanziati e fondi effettivamente messi a disposizione, sulla loro consistenza e stato di utilizzo, sui risultati delle attività svolte dalle pubbliche amministrazioni e dai soggetti che si occupano, a vario titolo, della ricostruzione dei territori colpiti dal sisma, con particolare riferimento alla adeguatezza della pianificazione strategica e del cronoprogramma previsto.

Ulteriori temi che urgentemente richiedono una attenta ed approfondita verifica parlamentare sull'operato dei Governi sono: l'attuazione degli impegni assunti per la ripresa delle attività produttive e per il recupero dei beni culturali, la messa in sicurezza degli edifici, la tutela ambientale, la certificazione energetica, il risparmio idrico, la prevenzione del rischio sismico e le modalità di smaltimento delle macerie da trasformare in risorsa e non rifiuto, Chiediamo dunque, al di fuori di ogni retorica, risposte precise a quesiti precisi.

Lo stato della ricostruzione è sotto gli occhi di tutti e non ammette divagazioni, promesse e rinvii. É ferma al 12 febbraio scorso la ricostruzione dell'Aquila, data dell'ultima pubblicazione da parte dell'amministrazione comunale dell'elenco dei contributi definitivi.

Vi è la sensazione diffusa che manchi l’effettiva copertura finanziaria per l'attuazione degli interventi di ricostruzione o che comunque il totale “impegnato” si dimostri insufficiente per far fronte a tutti gli interventi necessari.

Chiediamo per questo caso, che risulta speciale ed urgente, di derogare ai vincoli temporali di finanza pubblica correlati all’utilizzo delle risorse del FSC, sbloccando così in modo rapido le somme che il CIPE assegna per dare immediato corso alle pratiche in attesa di finanziamento.

E' dunque doveroso chiedere chiarezza sulle risorse e sulla disponibilità ed impedire, inoltre, che si verifichino inaccettabili casi di pignoramento dei fondi assegnati per la ricostruzione.

C'è anche un forte bisogno di chiarezza normativa.

Il decreto Legge 22 giugno 2012 n. 83, convertito in legge 7 agosto 2012 n. 134 ha ratificato la fine del commissariamento, istituendo due uffici speciali e prevedendo, all’art. 67-quinquies comma 2 , che fino all'adozione di un testo unico delle disposizioni concernenti gli interventi relativi agli eventi sismici del 6 aprile 2009, restano efficaci le disposizioni delle ordinanze di protezione civile emanate in attuazione del decreto-legge 39/2009 che presentano ancora ulteriori profili di applicabilità.

Ebbene, al fine di fare chiarezza sulla normativa prodotta con ordinanze commissariali nei quattro anni trascorsi, vorremmo sapere per quali motivi il testo unico indicato all’art. 67-quinquies, a distanza di ben otto mesi, non ha ancora visto la luce.

Chiediamo i tempi previsti per questo adempimento doveroso. Desta inoltre preoccupazione la delega "volontaria" ai comuni, da parte dei proprietari di immobili non costituenti "abitazione principale” per le fasi della progettazione, esecuzione e gestione dei lavori, per accedere al contributo o indennizzo loro spettante. In mancanza di ciò risulterebbe impossibile avere anche il riconoscimento del contributo per la riparazione ed il consolidamento delle parti comuni dell’edificio in cui è inserita la medesima unità immobiliare. Non possiamo che auspicare una interpretazione che impedisca di leggere questa norma come una cessione di diritti a favore di cantieri gestiti dai soliti grandi nomi con danno per l’economia locale.

Occorre porre fine alla promiscuità tra norme di livello nazionale, straordinarie, derogatorie, di necessità e d'urgenza e le normative secondarie di fonte ministeriale, le norme urbanistico-pianificatorie proprie del livello comunale o regionale, restituendo certezza alle procedure, all’autorevolezza e all’efficacia degli atti pubblici. Anche dal punto di vista attuativo non mancano le zone d'ombra.

Il Governo ha voluto un concorso pubblico per scegliere i lavoratori che si occuperanno della ricostruzione post-sisma e poiché ogni selezione pubblica comporta un impiego di risorse economiche sono stati stanziati appositi fondi, reperiti con l’aumento delle accise sulla benzina, ciò, nonostante fossero stati assunti in precedenza per alto merito tecnici laureati e professionisti.

Per le ultime 23 collaborazioni coordinate e continuative per l’ufficio speciale della ricostruzione, inspiegabilmente si è scelto di non attingere dalle graduatorie già pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, ricorrendo ad una procedura meno rigorosa e trasparente nell’assunzione di persone non del territorio Anche alla Camera nostri deputati hanno depositato un’ interrogazione sul punto.

Restando ai problemi normativi, la citata legge 134 del 2012, prevede l’adozione di uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri per la definizione delle procedure - anche semplificate - per il riconoscimento dei contributi alla ricostruzione privata. Il DPCM del 4 febbraio 2013, focalizzato sui centri storici, riformula tuttavia anche il calcolo dei contributi spettanti alla ricostruzione, cosa per la quale non c’era delega esplicita.

Inoltre si estende l’applicazione del metodo parametrico ad alcune situazioni delle periferie generando incertezza negli Enti circa la corretta procedura da seguire in alcuni casi specifici. Particolarmente inquietante è la questione dei ritardi. E' indispensabile una armonizzazione dei processi istruttori, attualmente separati, che generano tempistiche discordanti con effetti negativi sulla ricostruzione.

Pensiamo in particolare all’iter che da una parte coinvolge il Genio Civile della Provincia dell’Aquila e dall’altra gli uffici della ricostruzione per gli aspetti più amministrativi.

Accade che le documentazioni che devono arrivare dal Genio Civile bloccano l’inizio dei lavori già autorizzati dagli altri uffici con evidenti aggravi di tempo sul rientro della popolazione il che non fa altro che generare ulteriori costi per lo Stato.

Vi è, inoltre, un problema sicurezza, sia per gli edifici che per le persone. Sul primo fronte, se da un lato la scheda parametrica introduce un minor grado di libertà nella sostituzione edilizia (demolizione e ricostruzione) per i centri storici (e questo va incontro alla conservazione del patrimonio storico/artistico) dall’altro risulta evidentemente improprio il limite del 60% per l’adeguamento statico degli edifici per i quali si procederà a consolidamento, laddove, nei casi di abbattimento e ricostruzione, si deve conseguire l'obiettivo di adeguamento del 100% in base alle norme tecniche di costruzione obbligatorie dal 2008.

In un sistema di costruzione che tende al risparmio non garantisce la sicurezza si innesta il diffondersi di una illegalità preoccupante che vede la nascita do crescenti tipologie di illeciti legati soprattutto a fenomeni di microcriminalità. in particolare delitti contro il patrimonio e la persona, che hanno assunto una frequenza allarmante tale da generare forte preoccupazione e paura nei cittadini, già duramente vessati dagli eventi sismici; ciò è avvenuto parallelamente alla progressiva dismissione delle forze in campo. Paradossalmente, si è passati da un eccesso di presenza militare ad un sostanziale abbandono della popolazione.

E’ stata fatta oggi richiesta dal MoVimento 5 Stelle L’Aquila al Prefetto affinché riunisca il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica quale tramite per interventi diretti del Ministero dell’Interno sulla tematica “sicurezza dei cittadini e dei suoi beni”.

Tutti gli attori istituzionali sono ora chiamati ad affrontare, ciascuno per la propria parte di competenza e responsabilità, l'estremo disagio, la grave situazione di pericolo ed insicurezza che vivono ancor oggi le popolazioni colpite dal sisma, attraverso una efficace attività preventiva, una adeguata azione di contrasto ai numerosi fenomeni degenerativi, una doverosa opera informativa e di trasparenza verso i cittadini. La questione delle macerie da rimuovere è non meno importante.

Questi materiali possono rappresentare una risorsa, un bene che il territorio sta perdendo. Quali sono i siti di conferimento e le modalità di trasporto che si intendono adottare?

Ci sono macchinari adeguati per il loro riciclo e riuso? Allo stato attuale i soggetti coinvolti in virtù delle ordinanze, sono i Vigili del Fuoco e l’Esercito Italiano, coadiuvati dalla società multiservizi del comune dell’Aquila che si occupa della gestione dei rifiuti.

Questo perché il decreto 39 del 2009 ha assimilato le macerie ai rifiuti solidi urbani.

Si potrebbe, invece, distinguere le macerie che derivano dalla ristrutturazione di una casa, che non possono logicamente essere assimilate a rifiuti e trattare come tali, da quelle derivanti da crolli o demolizioni su ordinanza del Sindaco. La popolazione e le attività umane, più che interventi top all’avanguardia devono tornare al centro dell'azione di programmazione e ricostruzione. Dobbiamo rivedere la scelta delle priorità per l'utilizzo dei fondi, senza lasciare all’arbitrarietà e al clientelismo margini operativi.

Vanno delineati anche gli obiettivi sociali, produttivi ed edilizi della ricostruzione, partendo da una ferma critica all’attuale filosofia meramente immobiliarista.

Occorre cambiare rotta valorizzando le attività agricole ed agroalimentari, riconoscendo loro il ruolo millenario di presidi ambientali e di paesaggio grazie ai quali questo ambiente si è preservato fino a noi. Inoltre, i Parchi e le aree protette possono dare ai prodotti delle aziende territoriali e legate alla tradizione un'opportunità.

Si assiste, invece, ad una indebita appropriazione dei valori ambientali e dei prodotti tipici locali. Il ripristino di aziende dell'allevamento nelle aree boscate rappresenta inoltre un'opportunità di controllo della vegetazione specie di sottobosco, con riduzione drastica degli incendi, sostenendo un settore che ha continuato e, nonostante la crisi, continua a manifestare una propria autonomia, capacità produttiva e di gestione.

Questi operatori si trovano spesso ostacolati proprio da quelle istituzioni che dovrebbero essere preposte a sostenerli. Un paradosso di cui tutti abbiamo sperimentato i risvolti negativi, e che rischia non solo di allontanare sempre più i cittadini e i produttori dalla pubblica amministrazione, ma di allontanare dal proprio territorio i protagonisti e i portatori di un patrimonio di attività, storia, cultura e produzione che invece è nostro dovere preservare per le future generazioni.''

 


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