Ricostruzione, Di Stefano: "Sacrosante le parole di Zamberletti sul commissariamento"

24 Febbraio 2012   17:34  

"Le parole del “padre” della Protezione civile Giuseppe Zamberletti sul commissariamento in Abruzzo sono sacrosante e rendono ragione delle lunghe ed estenuanti battaglie condotte in questi anni dal Comune dell’Aquila”.

Così l’assessore comunale alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, a commento delle dichiarazioni dell’ex capo della Protezione civile.

Zamberletti aveva espresso il suo disappunto sul commissariamento per la ricostruzione, aveva definito "anomala" la strada del commissariamento che l'Abruzzo aveva scelto per la ricostruzione del dopo sisma.

Ora che il commissario Gianni Chiodi ha annunciato di voler passare la mano ai sindaci del cratere, il fondatore della Protezione civile - che da commissario del governo ha gestito i terremoti del Friuli (1976) e dell'Irpinia (1980)- dice "Quando incontrerò Chiodi, e spero di averne occasione, gli stringerò la mano come sempre perché è una persona corretta, ma gli dirò anche che avrebbe dovuto pensarci prima a togliersi le vesti del commissario. In Friuli l'impianto per l'emergenza durò, più o meno 5 mesi. Poi furono dati ampi poteri ai sindaci. Fu un passaggio fondamentale per la ricostruzione e ritengo che lo sarà anche per L'Aquila. Malgrado i ritardi"

"Zamberletti- dice Di Stefano- plaude alla fine del commissariamento e nota, da esperto qual è in fatto di gestione di terremoti, l’anomalia, tutta aquilana e abruzzese, del prolungamento di un regime commissariale che ha solo rallentato, anziché incentivare, la ricostruzione. Come più volte abbiamo ripetuto in tutte le sedi istituzionali questo stato di cose ha prodotto un vero e proprio caos nella governance, procurando incertezza, disorientamento e difficoltà sia negli amministratori che nei cittadini. La sovrapposizione di competenze, la selva di ordinanze e direttive, spesso incomplete, fumose e in contraddizione tra loro, ha finito per rallentare, e spesso addirittura per paralizzare, i processi che, al contrario, avrebbero dovuto avviarsi subito. Si è trattato di un vero e proprio freno alla ricostruzione, peraltro ulteriormente condizionato da un solo interesse rappresentato da un commissario che è anche presidente della Regione e sostenitore di un candidato sindaco che si opporrà, alle prossime elezioni, all’attuale primo cittadino. Il fatto che il commissariamento, per scelta dello stesso Chiodi, terminerà solo dopo le elezioni, è la riprova di quanto il fattore politico sia strettamente e infelicemente commissionato a quello gestionale. Una situazione - ha concluso Di Stefano - di cui hanno fatto le spese la città e i cittadini”.


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