Ricostruzione: "La proposta di legge è in Commissione", il Comitato popolare smentisce L'Espresso

15 Ottobre 2011   14:05  

"Nell’articolo dell’Espresso sulla legge di iniziativa popolare per la ricostruzione dell’Aquila solo falsità ed inesattezze. Polemiche inutili. A noi invece interessano i contenuti della legge e tutto ciò che serve alla ricostruzione della città e del territorio. E andremo avanti". E' la replica del Comitato promotore alla nota di Primo Di Nicola.

"L’articolo sulla legge di iniziativa popolare - spiegano - ha riportato una serie di falsità ed inesattezze e ha generato a L’Aquila stupore e polemiche.

Ecco la ricostruzione dei fatti che hanno portato il testo della nostra legge d’iniziativa popolare per la ricostruzione in Parlamento, caso rarissimo nella storia d’Italia.

Una storia che può essere ricostruita anche dal sito www.anno1.org, in cui abbiamo sempre riportato tutte le iniziative e le notizie sulla legge e la raccolta firme.

L’idea della legge è nata nel corso delle numerose e partecipate assemblee pubbliche di cittadini e comitati nel post-terremoto, per uscire dall’emergenza in cui ancora ci troviamo, una vera e propria sospensione della democrazia.

Il testo della legge è stato condiviso su una piattaforma wiki, partecipata ed aperta a tutti i contributi di idee. Dopo mesi di discussioni, idee e proposte, il testo è stato presentato il 16 novembre 2010 alla Corte di Cassazione.

Il 20 novembre 2010 è stata lanciata la raccolta firme per la presentazione in Parlamento, con una imponente manifestazione nazionale per le vie dell’Aquila. Nei sei mesi successivi, il tempo consentito dalla normativa, sono state raccolte firme in tutta Italia, da nord a sud. Grazie allo sforzo di molti cittadini ed ai loro sacrifici di tempo e risorse, tutto in autofinanziamento, e con nessun significativo apporto dei partiti e delle organizzazioni sindacali.

A marzo 2011, a metà dei sei mesi della raccolta firme e senza alcuna comunicazione al Comitato promotore, l’Udc presentò, a sorpresa, un proprio testo di legge alla Camera, un testo da considerarsi un 'estratto' del testo di iniziativa popolare, chiedendone la calendarizzazione immediata in Commissione per la discussione. Anche i Radicali italiani avevano intanto presentato un loro testo di legge sulla ricostruzione. In aula però, può essere discusso uno e un solo testo e una volta iniziata la discussione in Commissione, il nostro testo rischiava incredibilmente di essere escluso mentre la raccolta firme decollava in tutto il Paese.

Per questo motivo - aggiunge il Comitato nella nota - quel testo, esattamente il nostro, già depositato in Cassazione, è stato presentato a firma di tutti i deputati abruzzesi, esclusi quelli del Pdl che non hanno voluto firmarlo. Il parlamentare aquilano Giovanni Lolli, sentito il Comitato promotore, lo ha presentato alla Commissione Ambiente della Camera ed è stato firmato in seguito da altri 250 deputati, tutti di opposizione.

Dunque, il testo elaborato dai cittadini ha iniziato nel marzo 2011 il suo iter in Commissione Ambiente, mentre decine di volontarie e volontari continuavano comunque a raccogliere le firme in tutta Italia per raggiungere il risultato politico dell’obiettivo delle 50 mila firme.

Il risultato è stato raggiunto, anche se, scaduto a metà maggio il termine, molte certificazioni sono arrivate dopo. Ma a quel punto risultavano superflue, essendo già stato depositato il testo in Parlamento.

Si è deciso comunque di consegnare le firme raccolte e il 9 giugno un gruppo di cittadini ha consegnate al Presidente della Camera Fini tutte le firme raccolte, superiori a 50 mila, e le relative certificazioni ( inferiori a 50 mila); ulteriori certificazioni sono arrivate dopo il 9 giugno e sono tuttora presso il Comitato promotore della legge.

Intanto la legge ha continuato il suo percorso in Commissione ed è stata calendarizzata per la discussione in aula alla Camera il 17 ottobre. Solo a questo punto, con una mossa a sorpresa, il Pdl, che finora aveva ignorato la legge, sostenendo che non serviva, ha presentato un proprio testo, di pochi articoli, i cui principi di fondo sono l’opposto di quelli che hanno ispirato la nostra proposta. La mossa del Pdl ha fatto slittare la discussione di almeno due settimane, perché bisogna tornare a lavorare in Commissione, e la legge approderà alla Camera presumibilmente per i primi di novembre.

Questi sono i fatti. Questo è il percorso di una legge che è nell’interesse di tutti coloro che vogliono la ricostruzione, con regole chiare e fondi certi.

Ora, secondo l’articolo dell’Espresso, 'la proposta popolare e le firme non sono mai state depositate in Parlamento. Si sarebbero fermate al gruppo parlamentare del Pd'. Nulla di più falso: il nostro testo di legge è in discussione in Commissione e le firme sono state consegnate a Fini.

'Le firme raccolte non sarebbero 50 mila'. Falso. Le firme raccolte sono 50 mila, anche se non per tutte è stato completato l’iter della certificazione. Ma non è assolutamente vero che sarebbero state 'insufficienti a far decollare la proposta', perché la nostra proposta di legge è invece approdata in Commissione già a marzo, quindi è decollata eccome.

Sarebbe stato bello che L’Espresso avesse dato spazio allo straordinario percorso di mobilitazione civica degli aquilani, al fatto che un gruppo di cittadini terremotati si siano incontrati per mesi, al gelo e al caldo nei tendoni e nei posti più impensati, in mezzo a una città semidistrutta e puntellata, per scriversi da soli una legge che governo e parlamento gli negano.

Ma perché questa polemica inutile sollevata dall’Espresso? Probabilmente nasce dall’imbeccata di una parlamentare radicale, una di quei radicali che in questi giorni sono ai ferri corti col Pd. Una polemica sulle nostre teste, che non ci interessa. A noi interessa parlare di contenuti, di quello che serve alla ricostruzione e alla rinascita di questo territorio.

Tutto il resto - conclude il Comitato è fumo, propaganda sulle spalle di chi è già stato colpito dal terremoto. E si giudica da sé".


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