Ricostruzione, Lolli (Pd): "Necessario salto di qualità, tre grandi questioni da sottoporre a Renzi"

17 Luglio 2014   16:32  

L’azione giudiziaria nei confronti del sindaco Cialente, la protesta del sindaco Biondi, la denuncia dei sindacati e delle categorie produttive sui ritardi per la ricostruzione, la rinnovata aggressione sulla vicenda della restituzione dei tributi sospesi: sono tutti segnali che impongono un salto di qualità nella ricostruzione.

La comunità dell'Aquila e del cratere sismico ce lo chiede a gran voce. Io e la mia parte politica non sfuggiamo ai nostri doveri. Il grande consenso che ci è stato tributato alle ultime elezioni e i posti di responsabilità che occupiamo in molti comuni del cratere e alla Regione, oltre che naturalmente al governo nazionale, ci dicono che tocca a noi, ricordando sempre che la ricostruzione non ha colore politico e che quindi occorre coinvolgere tutti coloro che si vogliono impegnare.

Occorre dare un segno di discontinuità sul metodo, perché una parte delle scelte fatte in questi anni sono state compiute senza ascoltare il territorio, e questo ha prodotto danni ed errori. Non abbiamo certo smesso di lavorare: giusto ieri sera c’è stato un incontro con il sottosegretario Giovanni Legnini e i parlamentari abruzzesi.

E’ importante in questa fase che il presidente del Consiglio abbia annunciato una visita all’Aquila. Dobbiamo farci trovare pronti, tutti, e aver istruito per quella data sotto forma di proposte tre grandi capitoli. Innanzitutto va affrontato e risolto con la prossima legge di stabilità il problema posto da Biondi e Cialente, va trovata la soluzione per garantire all’Aquila e al cratere un flusso di risorse adeguato e costante sulla base del quale sia possibile programmare i tempi e le procedure della ricostruzione, risolvendo una volta per tutte il problema dell’autorizzazione da parte dell’Europa al meccanismo delle anticipazioni.

Al momento, con gli stanziamenti programmati dal Cipe, non arriviamo a coprire nemmeno l’anno in corso. Va poi affrontata la questione delle risorse per il lavoro e lo sviluppo. Dopo avere conquistato, con il meccanismo del cinque per cento dei fondi per la ricostruzione alle attività produttive, il triplo delle risorse che i fondi comunitari mettono a disposizione per tutto l’Abruzzo, ci troviamo a fare i conti con regole e procedure farraginose imposte dallo Stato, che rendono le risorse di fatto inutilizzabili. Occorre scardinare questo paradosso. Infine alcuni nodi vanno sciolti sul versante delle regole.

La legge Barca ha determinato una notevole semplificazione e conseguente accelerazione delle procedure, tuttavia vanno ancora migliorati i controlli nella ricostruzione privata (senza ingessarla), va vietata la cedibilità dei contratti e il pignoramento dei contributi e inoltre bisogna procedere a un chiarimento e a uno snellimento di alcune procedure, azioni che chiamano in campo anche la Regione per le sue competenze urbanistiche.

Ai precari impegnati nella ricostruzione, forza lavoro vitale che ci sta permettendo di andare avanti con le pratiche e i lavori, va infine dato un quadro di certezze.


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