Ricostruzione ad ostacoli: Chiodi risponde a lettera di De Santis

Le parole e le case...

13 Ottobre 2010   14:25  

AGGIORNAMENTO: Il commissario Chiodi così risponde alla lettera del presidente dell'Ordine degli ingegneri Paolo De Santis

"Il presidente dell'Ordine degli ingegneri sa che stiamo lavorando proprio attenendoci alle loro indicazioni, alcune delle quali fondate anche se non determinanti. La nota dell'Ordine e' pervenuta agli Uffici del Commissario solo lo scorso 11 ottobre ed e' gia in istruttoria presso la Struttura per la gestione dell'emergenza; sara' opportunamente valutata nelle tematiche e nei contenuti; successivamente si procedera' ad avviare un confronto". Lo assicura il Commissario delegato per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, in replica agli appunti della categoria. "Ma gli ingegneri - esorta il Commissario - si affrettino a redigere i progetti, perche' le scadenze sono imminenti. Non accampino invece scuse per ulteriori ritardi. Tutti siamo coscienti che la loro attivita' e' propedeutica all'apertura dei cantieri - conclude Chiodi - Per questo si assicurino sia espletata nel piu' breve tempo possibile".

LA LETTERA DI DE SANTIS

Il fatto che a diciotto mesi dal terremoto la ricostruzione sia ferma, sembra l'aspetto meno grave fra quelli rilevati dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia dell'Aquila che, in una lettera inviata la scorsa settimana a tutti i principali attori istituzionali delle stanze dei bottoni, criticano in particolare l'assoluta mancanza di confronto fra la struttura commissariale e le categorie in prima linea sul fronte della ricostruzione  sferzando un duro attacco al presidente della Regione Chiodi.

Ecco la lettera dell'Ordine degli Ingegneri.

Al Commissario per la Ricostruzione
Dott. Gianni Chiodi
Regione Abruzzo
67100 L'Aquila
e p.c.
Al Vice Commissario per la Ricostruzione
Antonio Cicchetti
67100 L'Aquila
Al Sig. Sindaco
del Comune dell'Aquila
Dott. Massimo Cialente
67100 L’AQUILA
All' Arch.
Gaetano Fontana
67100 L'Aquila
All'Assessore alla Ricostruzione
del Comune dell’Aquila
Dott. Di Stefano Piero
67100 L’AQUILA
Al Responsabile Servizio Emergenza Sisma
Comune dell’Aquila
Ing. Mario Di Gregorio
67100 L’AQUILA
Alla FINTECNA
c/o Scuola Guardia di Finanza
Coppito (AQ)
Alla RELUIS
c/o Scuola Guardia di Finanza
Coppito (AQ)
Al CINEAS
c/o Scuola Guardia di Finanza
Coppito (AQ)
Agli Iscritti all'Albo
Loro sedi
Agli Organi di stampa

Oggetto: Ricostruzione pesante post-sisma.

A 18 mesi dall’evento sismico del 6 aprile 2009, è opportuno fare un primo bilancio sulla ricostruzione pesante degli edifici classificati E e quella relativa ai centri storici interpretando il sentimento ed il volere di una comunità locale che ambisce ad avere certezze nel processo di ricostruzione.

La ricostruzione leggera degli edifici classificati con esito di agibilità “B” e “C” ha avuto un avvio difficile per l'impostazione monocentrica delle varie Ordinanze pur in presenza di una “emergenza abitativa”. Credo che oggi la popolazione assistita sia ancora di circa 60.000 abitanti.

Il passaggio delle competenze dalla Protezione Civile Nazionale al Commissario per la
Ricostruzione ed alle sue Strutture, di certo non è stata agevole, sia per le decisioni da prendere ma anche per il raccordo con il Governo Centrale.

Elencare tutti i problemi della filiera della ricostruzione, unica per la vastità della
popolazione interessata e per le attività direzionali e produttive esistenti sul territorio, non è cosa semplice: basti pensare agli indennizzi da corrispondere ai cittadini in presenza di seconde abitazioni, ed il centro storico dell’Aquila ne è un esempio. Ciò significa che l’opera di ricostruzione potrebbe realizzarsi solo in parte lasciando la città come un eterno cantiere.

Neanche l’avviso per le sei Aree che dovevano essere oggetto di interventi “immediati” è riuscito a far partire la ricostruzione.
I cittadini chiedono a gran voce quando potranno iniziare i lavori: in un anno, dieci, o venti?

Incertezze alimentate da un piano finanziario che non c’è al fine di evitare la svendita degli immobili (purtroppo si hanno già sentori nel merito).

Una decisione partecipata e comunicata ai cittadini può evitare anche il flusso migratorio verso le zone costiere dove la qualità della vita è priva delle difficoltà, anche le più elementari, che i cittadini incontrano nella semplice vita quotidiana, frutto anche della mancanza di un vita sociale che questa Comunità aveva prima del 6 aprile.

La notizia dell’avviso del bando per la ricostruzione dei centri storici del Comune di L’Aquila può rivelarsi un flop, alimentando, nel frattempo, solo la speranza dell’avvio del processo della ricostruzione: la città ed i suoi abitanti non meritano questo dopo essere stati provati dall’evento sismico e dai disagi subiti.

Si provi ad immaginare la ricostruzione dei centri storici, prevedendo le necessarie norme di sicurezza in presenza di puntellamenti che, in alcuni casi, non tengono conto della futura opera di ricostruzione.

Anche le Personalità Mediche che lanciano l’allarme sui disturbi psichici derivanti da stress di adattamento non trovano l’audience richiesto. Qualche “Solerte” ha provato solo a monitorare i conti bancari affermando che sono aumentati.

Queste riflessioni, che forse asettici burocrati e ragionieri di contabilità non riescono a
percepire, non possono sfuggire a chi è quotidianamente a contatto con la popolazione. Alle professionalità tecniche che mai come ora sono chiamate a fare da fulcro, da elemento di cerniera, da stabilizzatore sociale tra le ansie e le preoccupazioni di vita futura dei cittadini, che ci danno fiducia, e la continua incertezza e la mancanza di obiettivi condivisi che traspare dalle istituzioni.

Oltre i motivi sopra elencati, Le sottopongo alcune criticità:

- Il Limite di costo dell’E.R.P. pubblicato sul B.U.R.A. lo scorso 24 settembre non è
applicabile per la evidente e stridente differenza con le ordinanze, in quanto è riferito
alla Superficie netta delle abitazioni, mentre le ordinanze fanno riferimento alla
Superficie Lorda. Il limite dell’ERP è riferito a parametri stretti delle Superfici non
Residenziali (SNR), ma l’Edilizia presente non è conformata a tali parametri;

- Nella demolizione e ricostruzione di edifici (edilizia di sostituzione) abbiamo una serie di proprietari riuniti in Condominio ma non tutti potrebbero avere le stesse finalità, come si opererà?

- Il concetto di “dove era e come era”, non è stato superato, anche in presenza di diverse normative vigenti rispetto all’epoca di costruzione degli immobili;

- I Comuni hanno aree per permettere la localizzazione dei nuovi interventi, ciò come si interrela con il famigerato Piano Casa?;

- La concretezza dei Piani di Ricostruzione ed un Piano per la realizzazione dei sottoservizi seriamente danneggiati. Esiste un master-plan che individui tempi, zone e
risorse disponibili per annualità?

- La istituzione di uno Sportello Unificato con Conferenze di Servizi per l’esame delle
richieste di contributo, paradossalmente esisteva già per le istruttorie delle pratiche
relative ai danni del sisma del 1984;

- La paralisi dell’ufficio del Genio Civile che non riesce a definire le pratiche in tempi
ragionevoli, in presenza di sole 150 pratiche mensili; cosà succederà con la
ricostruzione pesante? La Regione ha conferito alle Provincie la delega del Genio
Civile. La situazione era già difficile, in tutta la Regione, anche prima del 6 aprile;

- Il Prezzario Regionale è fermo tecnologicamente al 1999, o forse anche prima, e non tiene conto dei nuovi dispositivi antismici e delle nuove tecnologie. I tre aggiornamenti, richiesti a gran forza, hanno appena tamponato la ricostruzione leggera. La ricostruzione dei centri storici merita un’attenzione particolare sia in termini di prezzi che di limite di costo.

Le sporadiche riunioni tenute non hanno prodotto nessun tangibile risultato, si ascoltavano solo i problemi che gli Ordini e Collegi sottoponevano, ma tutto è rimasto “come era e dove era”.

Le evidenzio che fino a dicembre 2009, settimanalmente, negli incontri tra la Protezione Civile Nazionale e gli Ordini e Collegi si sono apportate necessarie modifiche alle varie Ordinanze che venivano emesse per fronteggiare le varie situazioni. Paradossalmente oggi ciò non avviene con i Rappresentati eletti dai Cittadini.

Attualmente si stanno pagando le incongruenze della ricostruzione leggera e non vorremo che la stessa situazione si ripeta con la ricostruzione pesante e dei centri storici.

Ideare il processo della ricostruzione ed attuarlo non è sicuramente cosa facile, ma ciò non può avvenire senza il coinvolgimento diretto delle Comunità e degli Operatori. La partecipazione di tali soggetti è necessaria ed utile per lo scioglimento di tanti nodi e vincoli che le varie Amministrazioni frappongono per il rilascio di pareri ed autorizzazioni.

Con la presente Le chiedo un incontro per esporre, congiuntamente ai Consiglieri
dell’Ordine che mi onoro di presiedere, le problematiche sopra elencate e per fornire un determinante contributo.

In attesa di un cortese cenno di risposta, Le invio distinti saluti.
ll Presidente
(Dott. Ing. Paolo De Santis)


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