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E' un macigno la sentenza del Tar dell'Aquila che rischia di paralizzare la rimozione delle macerie nel cratere sismico e dunque tutta la ricostruzione.
I fatti, oramai noti, sono questi: la ditta T&P. proprietaria dell'unici siti di conferimento delle macerie per ora attivo, ha vinto il ricorso contro l'esproprio dal parte del Commissario alla ricostruzione della cava ex Teges di Paganica, in quanto il provvedimento ha pregiudicato l'attività imprenditoriale dell'azienda.
A seguito della sentenza del Tar potrebbe essere richiesto anche il ripristino della cava, ovvero la rimozione di migliaia di tonnellate di materiali già depositate, e il trasferimento altrove dell’impianto di trituratore. Nessuno ovviamente sa dove.
Una sentenza dagli effetti potenzialemente catastrofici, ha commentato il sindaco Massimo Cialente: ''Un anno senza sapere dove mettere le macerie – spiega - significa bloccare tutto, significa chiudere per ferie la ricostruzione''Al nostro microfono l'assessore Alfredo Moroni espone le contromosse possibili per uscire da una situazione a tratti kafkiana.