Rientro in casa si, ma senza sicurezze elementari

Scosse, gas, acqua, elettricità e solitudine

22 Luglio 2009   14:44  

Accade così a L'Aquila, dopo i molteplici richiami alla popolazione, le rassicurazioni a rientrare nelle case di tipo "A" e cioè assolutamente agibili e sicure, ci si scontra, però, con una città diversa, una città cambiata radicalmente nei luoghi, ma soprattutto nel cuore della gente.

Oggi chi rientra in casa deve necessariamente "fare i salti mortali" per riuscire ad abitare le proprie "quattro mura".

I mattoni e il cemento.

Si inizia con la paura, il timore di avere cemento e mattoni sopra la nostra testa e per chi non sta in un pianterreno anche il vuoto di sotto, in quartieri completamente disabitati, quasi spettrali, come unica sicuretta l'illuminazione pubblica ed i portoncini di casa.

Il gas metano.

Si fanno poi i conti con i servizi essenziali e non per l'abitabilità dell'abitazione, innanzitutto il riallaccio del Gas metano o le soluzioni alternative, bisogna dire che per molti ri-ottenerlo è stata dura, nonostante i grandi sforzi dell'Enel Gas presente anche con operai provenienti da tutt'Italia spesso gli appuntamenti con gli stessi vengono disertati dalla società che gestisce la rete Gas costringendo il povero terremotato a riconttattare, riprendere l'appuntamento aspettare di nuovo etc.

Sempre se l'impianto gas sia in regola, altrimenti si dovranno fare i conti anche con gli impiantisti privati.

L'acqua.

Poi l'acqua, bene primario, gestita dalla GSA (Gran Sasso Acque) che, nonostante gli sforzi del personale, non riesce a far fronte a tutti i bisogni, dei campi, delle abitazioni e di una rete che dopo il sisma risulta quanto più ingestibile a causa di antiche perdite e dispersioni che ora mano mano vanno "rattoppate" ma che in completa emergenza causano spesso interruzioni di servizio sia ai campi che nelle abitazioni con evidenti disagi.

Parlando con i dirigenti della GSA ci è stato assicurato che stanno cercando di fare il possibile, ma se la protezione civilenon gli assegnerà i fondi necessari per lavorare sarà difficile andare avanti.

Ricordiamo infatti che l'appello del Sindaco Cialente che a fine maggio annunciò il dissesto per le casse comunali e per le società partecipate se a fronte della gratuità di tutte le tassazioni di ordine comunale (giustamente ndr.) la PC si doveva far carico della gestione dei fondi alle stesse, ma a tutt'oggi ancora non si è visto nulla e se l'anno scorso di questo periodo la GSA era in attivo di 13 milioni di euro, oggi lo è di 700mila, cifra del tutto insufficente.

L'elettricità.

Altro problema è la rete elettrica che, per carità, funziona, ma non assicura la stessa affidabilità pre-sisma infatti i nuovi contatori elettronici sono stati istruiti per "scattare" dopo solo il 2 o il 3% di carico oltre il normale contratto (prima avveniva dopo anche il 33%), quindi in molti sono in difficoltà a gestire il caldo con i ventilatori, la lavatrice e i boiler installati da chi ancora non riceve il gas.

Per l'aumento di potenza purtroppo si pagano fino a 233€, che dall'ufficio stampa di Enel ci dicono tasse governative per stimolare il risparmio energetico, per noi aquilani non è previsto alcun tipo di agevolazione, quindi in molti sono costretti a rinunciarvi.

Le casette.

Assurdo, poi, il regolamento comunale che impone di ottemperare alle distanze di confine (3m) per costruire le casette, in questo caso si poteva sorvolare tale norma in quanto queste sono manufatti temporanei (max 36 mesi) necessari per chi in casa vuol rientrare, ma non vuole dormirci, e possono essere notevolmente utili per stimolare la popolazione al rientro, si fa notare poi che l'acquisto e  la messa in opera non sono assolutamente rimborsabili, quindi tutto a proprie spese.

Non ci si dica che le abitazioni sono sicure, per i dipendenti della regione a palazzo Silone (assolutamente sicuro e agibile) è previsto il lavoro nei container se psicologicamente non vogliono lavorare nello stabile regionale.

I problemi e la vivibilità dei quartieri.

Un'area urbana è un insieme di abitazioni e servizi più o meno essenziali che in modo ordinato si sviluppano a seconda delle esigenze, oggi L'Aquila non è più così.

Da aquilano faccio molta fatica a capire dove fare la spesa, dov'è la farmacia aperta (non parliamo di quella del turno festivo o notturno). Gli unici punti di riferimento sono il centro commerciale ed alcuni imprenditori che , investendo in proprio, hanno fatto ampia pubblicità alla riapertura in sito sicuro della propria attività.

Questo se può essere un disagio per i giovani è ostacolo insormontabile per gli anziani o per chi non può percorrere tutto il giorno le strade della città in cerca di quello che serve, cogliamo l'occasione per stimolare la Camera di Commercio a pubblicare quantomeno sui principali siti internet e televisioni dei comunicati costanti che "mappino" il riassetto economico del tessuto cittadino, dando servizio di pubblica utilità e favorendo quegli imprenditori che stanno riaprendo o hanno già riaperto la propria attività.

Bertolaso.

In basso riportiamo il link di una dichiarazione di Bertolaso (capo della Protezione Civile e Commissario straordinario del Governo) nella quale siassicurava che entro fine maggio già 20mila sfollati sarebbero rientrati nelle proprie case, chiediamo al Commissario in quanti, ad oggi, lo hanno potuto fare con piena abitabilità, chiediamo, inoltre, di pubblicare e rendere trasparenti le spese che la Protezione Civile sta affrontando, chiediamo che si torni a parlare dell'uomo invece che di Piano C.A.S.E., perchè parlando di uomo si potra parlare di CASE parlando del Piano C.A.S.E. non è detto chesi parli dell'uomo.

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