Rigopiano, confermata la condanna all'ex prefetto: nuovi processi per altri imputati

03 Dicembre 2024   19:05  

La Cassazione stabilisce le responsabilità per la tragedia del 2017: sentenze definitive e appelli bis riaccendono la speranza per i familiari delle vittime.

La giustizia ha emesso un nuovo verdetto sulla strage di Rigopiano, dove il 18 gennaio 2017 una valanga travolse l’Hotel Rigopiano, causando la morte di 29 persone. La Cassazione ha confermato la condanna a 1 anno e 8 mesi per l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, riconosciuto colpevole di rifiuto di atti di ufficio e falso. Parallelamente, i giudici hanno disposto un appello bis per sei ex dirigenti della Regione Abruzzo, precedentemente assolti nei due gradi di giudizio precedenti.

Processo d'appello per il sindaco e altri imputati

La Suprema Corte ha inoltre deciso di riaprire il caso per l’ex sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, e per cinque dirigenti provinciali e un tecnico comunale, i quali saranno giudicati nuovamente dalla Corte d’Appello di Perugia. Tuttavia, la lentezza del procedimento potrebbe favorire la prescrizione delle accuse per molti di loro.

Rimane definitiva, invece, la condanna per Bruno Di Tommaso, ex gestore dell'hotel Rigopiano, accusato di non aver messo in atto adeguate misure di prevenzione per affrontare l’emergenza.

Il dolore dei familiari

Nell’aula magna della Cassazione, i parenti delle vittime si sono radunati per ascoltare la sentenza. Tra ricordi e speranze, hanno condiviso la commozione per quei tragici eventi che cambiarono per sempre le loro vite.

Clotilde, madre di Marina Serraiocco, una delle vittime insieme al marito Dino Di Michelangelo, ha mostrato l’ultimo messaggio della figlia: «Mamma, male che va restiamo», accompagnato da immagini che documentavano le condizioni dell’hotel, coperto da oltre un metro di neve.

Un altro messaggio, altrettanto straziante, è quello inviato da Ilaria Di Biase, cameriera dell’hotel, che scrisse a sua madre poco prima della tragedia: «Secondo me la turbina non arriva più». Questi frammenti di vita spezzata testimoniano il clima di paura e impotenza vissuto nelle ore precedenti alla valanga.

Una tragedia che continua a far discutere

La strage di Rigopiano rimane una delle ferite più profonde della recente storia italiana. Le decisioni della Cassazione riaccendono il dibattito sulla gestione delle emergenze e sulle responsabilità delle istituzioni. Mentre alcuni imputati potrebbero beneficiare della prescrizione, i familiari delle vittime continuano a chiedere giustizia e verità, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.

I prossimi mesi saranno decisivi per il completamento del quadro giudiziario, ma la memoria di quei 29 innocenti resterà un monito perenne per il Paese.


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