Riprende l'inchiesta sui crolli, a settembre una svolta

Rossini promette tempi rapidi

13 Luglio 2009   13:36  

Finito il G8 che ha costretto la città immobile alla vista dei grandi della terra, riprendono un po' tutte le attività, compresa quella della Procura della Repubblica.
Torna a lavoro il procuratore Alfredo Rossini che indaga sui crolli del terremoto, su quegli edifici che probabilmente non sarebbero dovuti crollare. È il caso della ormai celebre casa dello studente, ma anche dei tanti, troppi palazzi poco distanti da quella tomba di via XX settembre che sono venuti giù come castelli di sabbia facendo anche più vittime di quelle della residenza universitaria, ma di cui mai nessuno parla.
Il lavoro incessante della Procura prosegue con lo stesso ritmo di prima anche durante questa calda estate, mentre si attendono i risultati delle analisi sui resti degli edifici che stanno esaminando i laboratori di diverse Università italiane. I carotaggi – fa sapere il procuratore Rossini – sono stati effettuati su quasi tutti gli edifici sequestrati.
Si cercano responsabili dunque, se mai ve ne fossero. Visto che probabilmente bisognerebbe partire da principio, da quando cioè – nel lontano 1980 vedi terremoto dell'Irpinia - una zona sismica come quella dell'aquilano è stata declassata a zona 2, non a massimo rischio sismico quindi, dove resta la possibilità che si verifichino eventi sismici abbastanza forti ma non è la zona più pericolosa con rischio di forti terremoti.
A settembre sono attesi i primi risultati di laboratorio, e, quindi, probabilmente una svolta nelle indagini.


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