Finito il G8
che ha costretto la città immobile alla vista dei grandi della
terra, riprendono un po' tutte le attività, compresa quella della
Procura della Repubblica.
Torna a
lavoro il procuratore Alfredo Rossini che indaga sui crolli del
terremoto, su quegli edifici che probabilmente non sarebbero dovuti
crollare. È il caso della ormai celebre casa dello studente, ma
anche dei tanti, troppi palazzi poco distanti da quella tomba di via
XX settembre che sono venuti giù come castelli di sabbia facendo
anche più vittime di quelle della residenza universitaria, ma di cui
mai nessuno parla.
Il lavoro
incessante della Procura prosegue con lo stesso ritmo di prima anche
durante questa calda estate, mentre si attendono i risultati delle
analisi sui resti degli edifici che stanno esaminando i laboratori di
diverse Università italiane. I carotaggi – fa sapere il
procuratore Rossini – sono stati effettuati su quasi tutti gli
edifici sequestrati.
Si cercano
responsabili dunque, se mai ve ne fossero. Visto che probabilmente
bisognerebbe partire da principio, da quando cioè – nel lontano
1980 vedi terremoto dell'Irpinia - una zona sismica come quella
dell'aquilano è stata declassata a zona 2, non a massimo rischio
sismico quindi, dove resta la possibilità che si verifichino eventi
sismici abbastanza forti ma non è la zona più pericolosa con
rischio di forti terremoti.
A settembre
sono attesi i primi risultati di laboratorio, e, quindi,
probabilmente una svolta nelle indagini.