Riserva di Fara San Martino: dalle strette gole dell'eremita alle vette della Majella

20 Marzo 2012   10:53  

In pochi altri luoghi d'Abruzzo si ha l'impressione di essere stati inghiottiti nel ventre della terra come nelle strettissime ed impervie Gole di san Martino che sono l'ingresso di uno dei più lunghi valloni appenninici, il vallone di Santo Spirito, che da Fara San Martino, antico paese della Majella fondato dai monaci  benedettini ed oggi famoso per i suoi pastifici, sale fin su le vette del Monte Amaro e sul tetto della Majella

All'ingresso delle gole la prima sorpresa, gli antichi ruderi di un monastero benedettino  che ritengono molti studiosi risale all'anno mille nello stesso luogo dove, vuole la leggenda, preesisteva un cenobio di San Martino Eremita, il quale aprì le gole in persona per permettere alla popolazione di raggiungere i pascoli e le sorgenti in quota. Avvalendosi della sola forza dei suoi gomiti, come testimoniano i segni arrotondati nella pareti delle gole 

Il monastero rimase per molto tempo seppellito da una frana ed tornato alla luce a fine ottocento, ed oggi è possibile ammirarne la navata centrale della Chiesa con l’abside ed il grandioso portale in pietra.

Luogo di raccoglimento spirituale per monaci ed eremiti, le Gole sono oggi rifugio sicuro per diverse specie di uccelli quali l'aquila reale, il falco pellegrino, il lanario e l'elegante picchio muraiolo, tutelati e difesi dalla Riserva, insieme alla ricca flora caratterizzata dal pino mugo, da vaste faggete e da nuclei spontanei di pino nero. 

Il Centro Visite del Parco della Majella e della riserva si trova nel centro storico di Fara San Martino. Attrezzato per accogliere anche i portatori di handicap, ospita il Museo Naturalistico ed un'accogliente sala audiovisivi.

Il percorso museale inizia con sale di presentazione degli ambienti tipici del versante orientale del parco, riprodotti fedelmente grazie a foto, illustrazioni, pannelli e reperti naturalistici, andando dalle alte quote al bosco attraverso le rupi, i valloni, le mughete, le forre, gli ambienti sotterranei.

Il percorso prosegue con la ricostruzione di una grotta pastorale e dell'ambiente tipico in cui vive l'ululone dal ventre giallo, anfibio raro, caratteristico per il verso simile ad un ululato. Infine un pannello audio - video riproduce immagini e versi di molti uccelli del parco.

Il secondo ed ultimo piano ospita, oltre agli uffici, un laboratorio scientifico dedicato alle scolaresche e ai ricercatori, una foresteria per gli studiosi e, in fase di allestimento, una biblioteca scientifica.

 

Foto tratta dal sito www.camminoditommaso.it


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