Roma invasa dai manifestanti. Gli studenti:''E'solo l'inizio''

La cronaca della giornata di ieri

31 Ottobre 2008   11:15  
Nonostante il Governo abbia anticipato l' approvazione del decreto Gelmini al giorno prima della grande manifestazione nazionale per la Scuola, migliaia di studenti, professori, maestri, ausiliari, personale tecnico e amministrativo, e sostenitori del diritto allo studio si sono riversati nelle piazze e nelle strade italiane, per esprimere il proprio spontaneo dissenso nei riguardi di una legge che non riconoscono, un provvedimento che i sindacati non hanno esitato a definire “controriforma”.

Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’ Istruzione l’ adesione allo sciopero nazionale ha riguardato il 57,1% del personale scolastico, qualcosa come 258.152 dipendenti della Scuola pubblica su un totale di circa 452.000, ma i conteggi svolti dalle forze sindacali parlano di ben altri numeri: secondo gli organizzatori soltanto il 10% degli edifici scolastici sarebbe rimasto aperto nella giornata di ieri, mentre il restante 90% avrebbe invece chiuso i battenti dando vita ad una mobilitazione di proporzioni immani.

La cronaca della giornata. Roma. Il corteo principale parte alle 9.30 da Piazza della Repubblica snodandosi pacificamente per le strade del Centro storico fino a Piazza del Popolo, dove i leader delle forze sindacali informano i manifestanti delle conseguenze che i tagli di Tremonti all’Istruzione pubblica provocheranno nel mondo del lavoro, già estremamente provato dalla recessione globale e dalla crisi occupazionale che il Paese sta subendo negli ultimi anni.

Gli esponenti nazionali di Flc-Cgil, Uil, Cisl e Ugl Scuola, Snals Confsal e Gilda si alternano così sul palco di una Piazza del Popolo mai vista prima, colorata, entusiasta, variegata eppure visibilmente unita nell’affermazione democratica del diritto allo studio, dell’evoluzione culturale del Paese, ma soprattutto dei diritti dei bambini, vittime sacrificali di un sistema che non esita ad impacchettarli e a spedirli indietro nel tempo pur di risolvere velocemente il debito pubblico. Piccoli esseri straordinari, poliedrici e intelligenti come mai prima d’ora, iperattivi e super dotati dalla marea di stimoli che la società odierna spesso infligge loro ancor prima di educarli, innalzati ad una maturità cognitiva che trascende spesso e volentieri il dato anagrafico, si ritrovano adesso al centro del mirino di un disegno politico asservito unicamente al numero, e che sembra aver dimenticato il linguaggio del sogno, della speranza e della solidarietà.

“Li vogliono dividere dai loro coetanei stranieri, vogliono privarli di un offerta formativa al passo con i tempi, stanno insultando la loro intelligenza ”...E ancora: “Di unico c’è solo Tremonti, l’unico Ministro del Governo Berlusconi , decide per tutti senza consultare i diretti interessati. Non si può svuotare la Scuola italiana con la motivazione dei tagli, si tratta di 8 miliardi che non verranno mai restituiti, il debito pubblico non può essere pagato dai nostri bambini, dalle famiglie, dall’istruzione, l’Italia deve andare avanti, vuole studiare, vuole crescere”. Il primo, il pensiero di una manifestante, il secondo, l’ intervento di un' insegnante che ha preso la parola sul palco nella prima mattinata, dimostrano la grande e inedita tenacia delle persone coinvolte nella protesta ,nell’affermare il diritto dei minori ad un’Istruzione adeguata e in linea con gli standard richiesti dal mondo di oggi, globalizzato, poliglotta, pluralista e informatizzato, duro per i laureati, impietoso con chi mostra una preparazione non adeguata ai canoni culturali che impone.

Tra squilli di tromba, fischi di approvazione e applausi gli interventi degli esponenti nazionali delle forze sindacali hanno sostanzialmente riguardato la discussione dei rischi che insegnanti e studenti corrono per via della razionalizzazione dei fondi pubblici, la critica al mancato confronto tra le parti sociali necessario a qualsivoglia progetto di riforma, e la promessa di continuare la protesta fino a quando il Parlamento italiano non mostrerà di ascoltare la voce della gente, del popolo, sempre meno massificato, sempre più sveglio e unito nell’affermazione del proprio diritto alla crescita e all’evoluzione culturale, sociale, economica, al di là di qualsiasi ideologia politica, sigla partitica e simili. Le dichiarazioni:

Massimo Di Menna, segretario generale Uil Scuola “ L’istruzione non appartiene alla destra né alla sinistra, ma alla collettività […]. La Gelmini ha dichiarato che la giornata di oggi sarebbe il solito rito per difendere l’indifendibile. Vergogna: questa è una manifestazione etica, la chiusura di quasi tutte le scuole italiane lo dimostra.”

Marco Paolo Nigi, segretario generale Snals Confsal “ Si taglia nel settore della conoscenza senza alcun progetto didattico. Con una logica da ragioniere il Governo ha approvato una legge che non considera le ripercussioni drammatiche che avranno luogo negli altri settori della società, come il mercato del lavoro, dei servizi, dei trasporti, del sociale.”

Raffaele Bonanni segretario nazionale della Cisl “ Oggi si protesta in tutta Italia contro una legge che non tiene conto dei costi sociali, dei lavoratori, della famiglie. I tagli della Gelmini non sono riforma, la loro unica funzione è quella di coprire la controriforma in atto. Salvaguarderemo il Paese attraverso il pacifico coinvolgimento degli italiani, in ogni città, in ogni paesino sperduto della montagna e della campagna, nelle periferie, parleremo con la gente perché è questo che accade in una società civile.”

Guglielmo Epifani , Cgil “ In questo momento a Roma, e in tutto il resto del Paese si sta segnando una giornata memorabile, non solo per la Scuola, ma per la Democrazia, per il futuro del Pese, per i nostri giovani, ai quali voglio dire: non vi pentirete di essere qui oggi, io vi assicuro che il vostro impegno e le vostre manifestazioni non saranno messe in discussione da alcuno che abbia ‘cattivi propositi e cattivi pensieri’. […] Voglio chiedere alla Ministra se si è resa conto delle 200 mila persone in cassa integrazione del settore privato, e se ha provato a sommare questa cifra ai precari della scuola,della ricerca, della Sanità, dei servizi, dello Stato. A quanto dovrà arrivare il numero delle persone che perderà il lavoro? Mi domando perché. […] Il 14 novembre saremo ancora in piazza per le famiglie italiane, noi siamo pronti alla sfida riformatrice”.

 

Intanto in Abruzzo... L' Aquila. Sono tutti riuniti presso la Fontana Luminosa gli studenti aquilani, intendono rispondere "presente" all' appello del futuro. Nonostante la pioggia incessante, le polemiche, l' amarezza per l'approvazione della legge, i giovani dell' Udu e dell' Uds si riversano in viale Duca degli Abruzzi bloccando il traffico e dichiarando il valore trasversale della protesta: " Nè rossi nè neri, solo liberi pensieri". Dopo aver imboccato via Roma raggiungono il rettorato a Palazzo Carli, una delegazione di studenti invade le sale del senato accademico ottenendo la partecipazione del Rettore e di alcuni docenti universitari, che scendono entusiasticamente in strada unendosi al corteo. Per gli organizzatori sono 5000. Intanto a Sulmona, dove l' adesione pare sia stata intorno al 90%, insegnanti e ragazzi sfilano per le vie della città, forti delle notizie che giungono loro dagli amici e dai colleghi partiti al mattino per Roma. A Pescara l' adesione è enorme, ma silenziosa. 12 sono i pulman partiti dal capoluogo per la Capitale, mentre professori e alunni dedicano la giornata all' astensione dalle lezioni,  alla riflessione di quanto sta sconvolgendo il Paese, e di come sia importante scuotere le coscienze dei politici che intendono governare la Regione.

A chiudere la manifestazione nazionale l’ inno di Mameli, mentre la folla si disperde leggera e consapevole nelle strade della Città eterna. Al Governo Berlusconi il 'grande merito' di aver unito ancora una volta destra e sinistra, giovani e adulti, stranieri e italiani, in una giornata indimenticabile in cui il valore della democrazia si è svincolato dalla morsa del conflitto politico per confluire fiducioso nell' era dell’ Etica.



Giovanna Di Carlo





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