Rosa: "Commossa per la ricostruzione della Chiesa, abbiamo ricostruito anche il sociale di Opi"

16 Luglio 2014   11:07  

La buona ricostruzione arriva da un borgo alla periferia dell'Aquila, quello di Opi di Fagnano Alto.

Situato tra le alture della Comunità Montana Sirentina il piccolo abitato ha subito pesantissimo il terremoto del 6 aprile 2009 che ha praticamente distrutto tutto il Centro Storico.

Con il vecchio abitato ancora completamente inagibile, i Moduli Abitativi Provvisori pieni e la ricostruzione che a 5 anni e mezzo dal terremoto ha ripristinato solo le abitazioni non storiche e meno danneggiate si rischiava una diaspora dei residenti più giovani.

Opi di Fagnano è, si immerso nella natura, ma dista 30 km di strada montana dal capoluogo L'Aquila e d'inverno soprattutto è difficile percorrerla tutti i giorni con pioggia o neve.

Così dopo un anno dal sisma nacque un'associazione la Opi Onlus il cui obiettivo era quello di raccogliere fondi per ripristinare una struttura aggregativa, fu scelta, d'accordo con gli abitanti, l'antica Chiesa di San Massimo.

In 4 anni e mezzo l'associazione e la sua presidente Tonina Angela Rosa hanno raccolto oltre 100mila euro di finanziamenti privati ed hanno provveduto, in accordo con la Curia dell'Aquila e l'allora Vescovo Mons. Giuseppe Molinari, al ripristino e restauro completo.

La sig.ra Rosa ci spiega il percorso sociale e normativo che ha dovuto affrontare per raggiungere il sogno di vedere ricostruita la Chiesa e la vita nella sua piccola frazione.


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