Roseto: chiude La Perla

Ieri manifestazione di protesta davanti l'azienda

21 Settembre 2010   11:08  

Ieri la settimana per gli 81 lavoratori dell'azienda La Perla di Roseto è iniziata con una manifestazione di protesta davanti all'azienda. 

Per loro c'è la prospettiva del licenziamento poichè i vertici della multinazionale hanno annunciato che sposteranno la produzione in Puglia, nonostante sia stato rispettato il piano industriale del 2009 concordato per salvare lo stabilimento di Roseto. Questa la situazione dopo quattro anni: dismessi due settori (cucito e magazzino) e realizzato un accordo per rimanere aperti che stabiliva che una parte dei dipendenti sarebbero andati in cassa integrazione, mentre i restanti 24 dovevano svolgere, in rotazione, 7 milioni di minuti lavorativi. Quando fu presentato, il progetto prevedeva anche la possibilità di riassorbire tutto il resto del personale ma la novità nasce quando l’azienda, il 15 settembre scorso, comunica che versa in condizioni finanziarie disastrose e decide quindi di portare lo stabilimento in Puglia senza dare altre spiegazioni.

Di questo si parlerà oggi alle 9 in un incontro fra sindacati e azienda. I sindacati, intanto, hanno inviato alla Regione (al presidente Gianni Chiodi e all'assessore Paolo Gatti), alla Provincia e al Comune la richiesta di convocazione di un tavolo soprattutto per capire le motivazioni di tale spostamento. Al 16 gennaio 2011, alla scadenza del periodo di cassa integrazione già in vigore, l'azienda si propone di licenziare tutti gli 81 lavoratori di cui la maggioranza donne.

Il segretario provinciale della Filctem-Cgil di Teramo, Giovanni Timoteo, propone un pacchetto di scioperi di 40 ore, le prime effettuate in questi guiorni e le restanti da valutare in seguito. Emilio Angelini della UIL Teramo sottoliena invece che la qualità e la specializzazione del personale pugliese non è da paragonare a quello di Roseto degli Abruzzi per cui l'azienda avrà sicuramente un calo qualitativo.

L'assessore al Lavoro della Regione Abruzzo, Paolo Gatti, in risposta all'appello ricevuto, ha sollecitato l'immediata convocazione del tavolo tecnico con le parti sociali e l'azienda ed ha scritto al suo omologo dell'Emilia-Romagna, dove risutano 335 lavoratori in esubero dello stesso gruppo, per avviare un'azione comune e trovare insieme delle soluzioni concrete per la salvaguardia occupazionale. "Inoltre - ha affermato Gatti - ho proposto al collega assessore l'attivazione di un tavolo tecnico presso il Ministero dello Sviluppo Economico dove Abruzzo ed Emilia-Romagna in sinergia possano verificare insieme al Governo ogni utile azione per la positiva risoluzione della vertenza".


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