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Ne ha per tutti il presidente Ance Abruzzo Antonio D’Intino nel convegno di apertura del Salone della ricostruzione.
Per la confusione ingenerata anche dai media, per Barca che viene a L’Aquila con l’essenza di bergamotto che spinge all’ ottimismo. Ma per essere ottimisti, spiega D’Intino, serve di vedere gru in funzione.
Per l'asfissiante e distruttivaa burocrazia: ''In Italia siamo bravi a rendere difficile ciò che è semplice. Ad esempio è stato tolto il contributo agevolato a L’Aquila, mentre è stato concesso all’Emilia.''
Per non parlare degli Uffici della della ricostruzione che ancora non vanno a regime, e che assumono consulenti e formatori dei neoassunti. Mentre intanto si accatastano pratiche.
La colpa - prosegue D'Intino - non è sempre degli altri. Tutti abbiamo colpe. Anche le imprese e i profesionisti che hanno fatto troppa incetta di lavoro. I cittadini che non hanno selezionato le imprese. La ricostruzione è stata finora una tavola da cui c’è chi si è alzato ebbro e chi si dovuto accontentare dell’acqua.’’
Servono insomma regole per la ripartizioni delle commesse.
Da qui la provocazione: ‘’Ridateci Bertolaso, non dico l’uomo ma il metodo. Perché nella fase dell’emergenza tutto era più certo. C’era autorevolezza della governance. Bertolaso sette giorni su sette riuniva il comitato operativo e tutti gli attori, gli enti i responsabili dovevano relazionare su quanto si era fatto.
Serve pertanto ora un comitato operativo che riproponga quel metodo, un luogo dove si faccia il punto di ogni cosa, sui cantieri, i progetti, le imprese pagate, i cittadini rientrati in casa, le pratiche, i fondi disponibili. Sono sconcertato da un ministro che ora viene dopo quattro anni a L’aquila in un giorno di pioggia a vedere com’è la situazione.
E poi la proposta: un'assicurazione obbligatoria per la casa per eventi sismici, di 100 euro all’anno. Ci sarebbero così tre miliardi di euro l’anno di fondi certi a disposizione per le ricostruzioni.