La Regione Abruzzo pianifica un aumento dell'addizionale IRPEF al massimo consentito per coprire il deficit sanitario, scatenando polemiche tra cittadini e opposizione politica.
La Regione Abruzzo sta valutando un incremento dell'addizionale IRPEF al 3,33%, il massimo consentito dalla legge, per colmare un deficit sanitario che oscilla tra 57 e 61 milioni di euro.
Questa misura potrebbe gravare significativamente sui contribuenti, con aumenti che variano da 60 a 1.152 euro all'anno, a seconda del reddito.
Il Partito Democratico ha criticato duramente questa decisione, affermando che l'Abruzzo potrebbe diventare la regione con la tassazione più alta d'Italia, a fronte di servizi sanitari di bassa qualità.
Anche il Movimento 5 Stelle ha espresso preoccupazione, definendo queste misure come "svuota Abruzzo".
La situazione è ulteriormente complicata dalla crescente mobilità passiva sanitaria, con un saldo negativo di 104 milioni di euro dovuto al numero crescente di abruzzesi che si rivolgono a strutture sanitarie fuori regione.
Inoltre, nel 2023, circa 120.000 residenti hanno rinunciato alle cure a causa delle lunghe liste d'attesa e delle difficoltà economiche.
All'interno della maggioranza di centrodestra si registrano tensioni riguardo all'aumento delle tasse. Il presidente della Regione, Marco Marsilio, e l'assessore alla Salute, Nicoletta Verì, sostengono che l'incremento dell'addizionale IRPEF sia l'unica soluzione per evitare il commissariamento e garantire la sostenibilità del sistema sanitario regionale.
Tuttavia, altri esponenti della coalizione temono l'impopolarità di una simile misura e le ripercussioni sulle prossime elezioni.
La decisione definitiva sull'aumento dell'addizionale IRPEF è attesa nei prossimi giorni. Nel frattempo, i cittadini abruzzesi osservano con preoccupazione l'evolversi della situazione, consapevoli che potrebbero essere chiamati a sostenere un ulteriore peso fiscale per garantire la stabilità del sistema sanitario regionale.