Sanità e cliniche private: denuncia alla Corte dei Conti contro Chiodi

21 Marzo 2012   12:27  

 “La mia non è una guerra contro le cliniche private, ma è un’azione dettata dalla necessità di regole certe nei rapporti tra la Regione e queste strutture”.

Lo ha precisato il Consigliere regionale di Sel Franco Caramanico, che questa mattina ha annunciato di aver presentato una denuncia alla Corte dei Conti contro il Governatore Gianni Chiodi.

Si tratta del secondo esposto di Caramanico, che segue quello depositato il 24 ottobre scorso. Sono diversi gli aspetti contestati dall’esponente della minoranza, a partire dalla mancanza – nei contratti sottoscritti con le cliniche – del Piano delle prestazioni.

“Circostanza – spiega – che preclude qualunque tipo di controllo, con il rischio di lucro indebito da parte degli operatori della sanità privata, a cui non è stato neppure applicato il principio dei tetti di spesa, concedendo, di contro, la possibilità di accettare malati anche in sovrannumero rispetto ai budget prefissati”.

Il Consigliere di Sel punta l’indice anche contro le tariffe applicate, che sarebbero più alte del 10 per cento rispetto a quanto previsto da una precedente delibera regionale del 2007, annullata in prima istanza dal Tar, ma poi ritenuta legittima dal Consiglio di Stato. “Il risultato – continua – è che oggi in Abruzzo le tariffe sono superiori a quelle nazionali, con un aggravio di spesa per le casse regionali pari a circa 20 milioni di euro”.

Tra gli altri aspetti contestati da Caramanico spicca inoltre la mancata distinzione tra i budget destinati ai pazienti residenti in Abruzzo e a quelli delle altre regioni.

“In passato – aggiunge – ai malati extra-regionali veniva destinato un budget di 40 milioni di euro, che veniva poi rimborsato dalle Regioni di provenienza. Oggi quella cifra può essere invece utilizzata indistintamente anche per i pazienti abruzzesi, andando a pesare sulle finanze regionali”.

Ecc.ma PROCURA REGIONALE DELLA CORTE DEI CONTI della REGIONE ABRUZZO
ESPOSTO-DENUNCIA

presentato dal Consigliere regionale Franco Caramanico

PREMESSO CHE

In data 24 ottobre 2011 è stato presentato dal sottoscritto un esposto-denuncia alla medesima Procura Regionale della Corte dei Conti della Regione Abruzzo segnalando il concretarsi di ingente danno erariale ai danni della Regione Abruzzo, cagionato dal Presidente della Giunta regionale dr. Giovanni Chiodi, nella qualità ed anche quale Commissario del Governo per il Piano di Rientro dei debiti della Sanità; dal sub-Commissario D.ssa Baraldi; dall’intero esecutivo regionale.

Ciò in ragione dei mancati adempimenti per l’effettivo recupero di 115,2 milioni di euro derivanti dall’applicazione della delibera 354/2008 sulla inapropriatezza delle prestazioni rese dalle cliniche private.

Nella stessa denuncia, inoltre, si segnalava, l’ulteriore danno dagli stessi soggetti causato all’erario in ragione della omissione  relativa all’attivazione, sui parametri affermati dalla decisione del TAR L’Aquila in applicazione della L.R. 20/2006, dei  procedimenti finalizzati al recupero delle somme per inappropriatezza con  riferimento alle annualità 2007, 2008, 2009, 2010.

CONSIDERATO CHE

Da successive analisi dei documenti richiesti dal sottoscritto nell’esercizio del mandato di Consigliere della Regione Abruzzo agli uffici del Commissario alla Sanità della Regione Abruzzo, dr. Giovanni Chiodi, hanno evidenziato l’esistenza di una serie di incongruenze e di criticità nel rapporto con le cliniche private, qui elencate nello specifico, anche esse causative di danno erariale:

1) nei contratti sottoscritti con le medesime cliniche private manca il Piano delle Prestazioni  e dunque non vi è alcuna possibilità di effettuare controlli, consentendo così agli operatori della Sanità privata di lucrare indebitamente;

2) mentre nell’anno 2009 si è arrivati alla definizione del tetto di spesa  (così come previsto dalla  L.R. 6/2007 al punto 5.4 lettera a) attraverso un’analisi dei volumi delle prestazioni da parte dell’Agenzia sanitaria regionale, ripartita per ASL, nel 2010 tale procedura non è stata rispettata, con ciò determinando il superamento di tale tetto, con evidenti danni a carico del bilancio regionale;

3) le tariffe applicate  sono quelle previste dalla Delibera Commissariale 40/09, dunque quelle massime previste dal Decreto ministeriale 12.09.2006. Il che significa che non si è tenuto in alcun conto della sentenza del Consiglio di Stato che le ha annullate  e che ha ritenuto invece legittime quelle definite dalla Regione Abruzzo con delibera n.658/2007. Si tratta dunque di tariffe maggiorate del 10 % con una spesa maggiore pari a circa 20 milioni di euro . Infatti il Consiglio di Stato, con decisione della Sez. II dell’11 luglio 2011, n. 4142, ha totalmente riformato la decisione di primo grado stabilendo dunque che, a partire dal 1 gennaio 2006, dovessero in Abruzzo applicarsi le tariffe introdotte con deliberazione della Giunta regionale n. 658 del 9.7.2007, ridotte in pejus rispetto alle tariffe nazionali. A tutt’oggi, e nonostante il periodo di tempo trascorso dalla emanazione da parte del Consiglio di Stato della sentenza 4142, la Regione non risulta aver provveduto all’applicazione della suindicata decisione ed al corrispondente recupero delle somme a carico dei soggetti interessati.

4) Con i decreti n. 25 (“Approvazione dello schema - di contratto per l'acquisto di prestazioni ospedaliere - annualità 2011 e 2012 - da proporre per la sottoscrizione alle case di cura private. Determinazione e ripartizione del tetto massimo complessivo di spesa. Ulteriori disposizioni”) e n. 37 (“ Approvazione dei contratti per l’acquisto di prestazioni ospedaliere – annualità 2011-2012 – da sottoporre alle sottoscrizione delle case di cura  ammesse alla negoziazione ai sensi del decreto del commissario ad acta n.25/2011. Ulteriori disposizioni”) del 2011 viene data alle cliniche private la possibilità di accettare malati anche in soprannumero rispetto al limite prefissato, autorizzando di fatto la possibilità di un superamento del tetto di spesa e quindi la possibilità di un superamento del budget prefissato, con evidente danno all’erario regionale;

5) Nei decreti sopra citati , nn. 25 e 37, manca la divisione tra il budget delle prestazioni relative ai pazienti residenti in Abruzzo e per quelli provenienti da altre regioni. La mancata distinzione comporta un aumento di spesa di circa 40 mln di euro ( spesa destinata negli anni precedenti per i ricoveri degli extra regionali che vengono rimborsati dalle regioni di provenienza);

6) Nello schema dei contratti non si fa alcun riferimento alla leggi regionali precedentemente approvate, che pure stanno a supporto del Piano di rientro che di fatto impediscono un adeguato rispetto del rapporto contrattuale;

7) I decreti del Commissario n° 25 e n° 37 sono stati approvati in data 14/7/2011 e 6/10/2011, e quindi nell’anno 2011 le cliniche private hanno esercitato la propria attività senza contratto e  senza nessuna possibilità di programmazione e controllo, dunque con evidenti sforature del budget in danno dell’erario regionale;

8) Nella ripartizione del budget sono state  inserite anche strutture sanitarie quali la clinica SANATRIX, ancora inattiva, congelando i posti-letto ed il budget relativi in danno della sanità pubblica: budget e posti-letto che, a quanto risulta, sarebbero poi stati “ceduti” ad altro operatore della Sanità Privata;

9) Nel passaggio dalla gestione del Commissario precedentemente nominato, Dr Gino Redigolo,  a quella del Commissario-Presidente della Giunta regionale, Dr. Giovanni Chiodi, le risorse destinate  alle cliniche private sono  state attribuite secondo parametri arbitrari, senza la possibilità di verifica attraverso strumenti di controllo efficaci e puntuali. A tale proposito si osserva che alla lettera del 9 giugno 2011 inviata al Commissario Chiodi per chiedere delucidazioni sulle incongruenze sopra evidenziate nel rapporto con le cliniche private non è stata fornita mai alcuna risposta,

10) Il tetto di spesa complessivo per il 2011 è rimasto invariato nonostante con il Programma Operativo  approvato nel 2010 sia stato effettuato un taglio  dei posti letto pari al 18% sia nelle strutture pubbliche che in quelle private, con ciò cagionando un danno erariale di importo pari all’abbattimento non contabilizzato

Al fine di giustizia, e per l’esercizio delle funzioni per legge affidate a codesta procura Regionale della Corte dei Conti, il sottoscritto 

DENUNCIA

 I fatti come sopra rubricati,  affinché possano essere accertati: 
il danno erariale cagionati ai danni della Regione Abruzzo, di ingente valore;le responsabilità dei soggetti coinvolti, come sopra indicati, che lo hanno cagionato, ovvero hanno concorso a cagionarlo  

CHIEDE

altresì di essere informato dell’eventuale archiviazione della presente denuncia. 


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