Sanità in Abruzzo, oggi presidio in Consiglio regionale

29 Ottobre 2019   09:42  

Per il prossimo 31/12/2019 è previsto il termine della maggior parte degli appalti dei servizi pubblici ospedalieri della Provincia di Chieti, ma ai precari della sanità non è ancora dato sapere quale sarà il loro futuro. Parliamo di una bomba pronta a esplodere che porterà con sé conseguenze disastrose per i lavoratori, per l’utenza degli ospedali e per il territorio intero. A meno che ASL2 e Regione Abruzzo non intervengano in maniera trasparente e tempestiva.

Infermieri, OSS, Ausiliari, personale del 118 e del CUP della ASL2 Lanciano-Chieti-Vasto vivono da anni una condizione lavorativa assurda, a partire dal fatto di trovarsi a dover garantire un servizio pubblico essenziale, assunti con aziende e cooperative private. 

La gestione delle esternalizzazioni, nel complesso, oltre a determinare uno spreco di risorse pubbliche, negli anni non ha portato altro che un peggioramento della qualità delle cure nel territorio e dell’organizzazione del lavoro all’interno dei Presidi Ospedalieri, generando nello stesso luogo di lavoro dipendenti pubblici di “serie A” e dipendenti privati di “serie B”.

Oggi, martedì 29/10/2019, rompiamo il silenzio con un sit-in in occasione del Consiglio Regionale convocato a L'Aquila. Gli “esternalizzati della sanità” hanno organizzato due autobus per far emergere la loro condizione di invisibilità, per portare la propria voce direttamente in Regione Abruzzo e per chiedere la sacrosanta stabilizzazione al pari dei colleghi pubblici, dopo anni di privatizzazioni, in difesa della sanità abruzzese.

Il sindacato USB da anni si batte per i diritti dei precari e delle precarie della sanità, in maggioranza donne e madri di famiglia tra l’altro, impoveriti e ricattati dal sistema degli appalti. Nel tempo abbiamo avanzato alla stessa ASL2 e ai governi della Regione Abruzzo diverse proposte per la reinternalizzazione e per la stabilizzazione dei lavoratori, tra cui l’avviamento delle procedure concorsuali con il riconoscimento dell’anzianità di servizio o la costituzione di una società partecipata al 100% dalla ASL di riferimento per la gestione di tutti i servizi esterni, ma fino ad oggi ci risulta evidente che non c’è interesse nel risolvere il problema.
 

Ora ci ritroviamo punto e a capo, a dover far fronte a un futuro nuovamente incerto, reso ancor più traballante dal fatto che alcuni di questi appalti hanno già goduto di proroghe e dal fatto che i tempi per avviare una nuova gara d’appalto o un concorso pubblico non ci sono. 
L’emergenza, e la nostra preoccupazione, sta nel garantire quindi a tutti gli attuali dipendenti in appalto la continuità occupazionale garantendo loro il mantenimento di tutti i benefici maturati da contratto. Lotteremo affinché ciò avvenga nel modo più trasparente possibile, nel rispetto dei diritti dei lavoratori in primis e dei cittadini. 

 


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