Sanitopoli, Del Turco si sfoga: ''Dove sono le prove contro di me?''

25 Ottobre 2010   14:40  

Udienza particolarmente attesa quella che si è tenuta stamane al tribunale di Pescara per l’inchiesta Sanitopoli. In scaletta gli interventi degli avvocati dei maggiori imputati, dall’ex governatore Ottaviano Del Turco, presente in aula, al parlamentare Sabatino Aracu, all’ex presidente della Fira Giancarlo Masciarelli. E riguarda proprio quest’ultimo la notizia più importante della giornata.

Il suo legale Giuliano Milia ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la Procura per il patteggiamento a tre anni e 4 mesi, pena che comprende anche l’altra inchiesta che lo vede imputato, quella sui fondi Docup alla Fira.

Un passaggio questo estremamente importante soprattutto per la Procura che si vede di fatto riconosciuta, se mai ce ne fosse bisogno, la solidità dell’impianto accusatorio. Tra gli altri interventi in mattinata anche quello della difesa del parlamentare Sabatino Aracu, rappresentata dall’avvocato Claudia Cori dello studio legale di Giulia Buongiorno.

La Cori ha parlato per oltre 50 minuti davanti al Gup Angelo Zaccagnini, segnalando, tra le altre cose che le intercettazioni autonomamente raccolte dalla ex moglie di Aracu e fornite alla Procura, non sono comunque utilizzabili perché anche queste andrebbero autorizzate dalla specifica commissione parlamentare ed in ogni caso ha concluso il suo intervento chiedendo il non luogo a procedere per il suo assistito.

E’ stata poi la volta di Giandomenico Caiazza, avvocato di Del Turco, che dopo aver a lungo ribadito ed argomentato la manifesta incompetenza territoriale di Pescara, richiesta sulla quale si esprimerà la Cassazione il prossimo 17 novembre, ha ripercorso dal suo punto di vista tutta la vicenda ed in conclusione ha chiesto al Gup di svolgere un esperimento giudiziale sui tempi di percorrenza necessari per effettuare i viaggi che Angelini dichiara di aver effettuato a Collelongo per consegnare le presunte tangenti all’ex governatore, in quanto, secondo le verifiche svolte dalla difesa, i tempi descritti dai telepass depositati alla Procura dallo stesso Angelini, sarebbero incompatibili.

DEL TURCO: CONTRO DI ME SOLO LA PAROLA DI ANGELINI E NESSUNA PROVA

"Angelini sostiene di aver dato i soldi a un sacco di gente. Ma qual e' la prova? La prova sono i telepass. Ma le prove non ci stanno. La montagna schiacciante di prove non e' venuta fuori. Rimane la parola di Angelini e la cosa che piu' mi turba e' di aver conosciuto l'inferno non perche' ho commesso degli errori ma perche' Angelini si era mangiato un patrimonio e non sapeva come giustificarlo".

Questo lo sfogo di Ottaviano Del Turco al termine dell'udienza di oggi durante la quale la difesa dell'ex presidente della Regione Abruzzo ha contestato quanto sostenuto dall' ed re delle cliniche private abruzzesi Angelini sulle visite a Del Turco per le presunte dazioni di denaro, visite testimoniate da Angelini attraverso le ricevute telepass.

"Angelini - ha spiegato Del Turco - parla del percorso tra Chieti e la stazione di Aielli Celano. Io aggiungo che da Aielli Celano a Collelongo ci sono 20-25 chilometri all'andata e altrettanti al ritorno. Farlo nei tempi detti da Angelini vuol dire possedere un elicottero, non una macchina normale".

Il difensore di Angelini, Giandomenico Caizza, ha spiegato a questo proposito che per Angelini le visite sarebbero avvenute in un'ora e quindici minuti (al massimo un'ora e 45) mentre per la difesa di Del Turco e' dimostrabile che sarebbero servite almeno due ore e un quarto due ore e venti, considerato anche il tempo necessario l'incontro con Del Turco.

La Procura si e' opposta all'esperimento giudiziale su questo punto, il giudice si e' riservato di decidere.

All'ex presidente e' stato chiesto "quante persone sono venute a Collelongo. Ne sono venute tante, ha detto Del Turco, ma siccome non c'entrano con questo processo non ho fatto il loro nome", ha detto ricordando di essere un garantista.

PRCESSO A DEL TURCO: L'INCOMPETENZA TERRITORIALE DI PESCARA

Il difensore di Ottaviano Del Turco, Giandomenico Caiazza, ha ribadito oggi, "la manifesta incompetenza territoriale di Pescara perche' non c'e' un solo atto che legittimi la competenza di Pescara.

I reati piu' gravi, le concussioni, sono pretesamente avvenute a Collelongo o a Chieti (per quanto riguarda Camillo Cesarone) ma mai una volta sola a Pescara", ha spiegato il legale a margine dell'udienza. A questo proposito Caiazza ha spiegato che "l'associazione per delinquere si realizza, secondo la stessa contestazione, in un primo atto adottato dalla giunta regionale a L'Aquila a dicembre 2005.

Quindi, da qualunque parte andiamo a vedere gli atti, Pescara non c'entra assolutamente nulla. Le dazioni delle somme (per noi mai avvenute) secondo quello che dice Angelini sono avvenute ovunque tranne che a Pescara".

Sono state anche "trattate a lungo, ha riferito Caiazza, le posizioni di tutte le case di cura e ripercorso tutti gli atti della prima giunta che la Procura ritiene di spoliazione del denaro pubblico, della sanita' pubblica, per evidenziare che essi erano sistematicamente concordati con le case di cura, non solo con questa o con quella, ed e' una prospettazione per noi importante sotto il profilo della credibilita' dei soggetti che rivolgono accus


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