Sanitopoli e intercettazioni pruriginose, l'ira di Del Turco

15 Giugno 2010   10:28  

'Noi accettiamo il confronto su fatti processuali, non su vicende private. Parliamo della discussione che ha avviato la Procura in relazione a circostanze di nessun rilievo processuale, che attengono alla vita strettamente privata del presidente Del Turco. Ho rappresentato al giudice - prosegue l’avvocato- la nostra indisponibilità ad accettare questo piano del confronto processuale. Ci saremmo aspettati, con il deposito di indagini suppletive, che finalmente si fornisse qualche documento, uno straccio di prova di riscontro alle accuse di Angelini. Dobbiamo invece ascoltare pettegolezzi poco commendevoli e quindi ci alziamo e ce andiamo. Quando il processo tornerà ad essere un processo, noi torneremo''.

Clamorosamente ieri l'imputato ed ex-presidente della regione Ottaviano Del Turco e il suo avvocato Giandomenico Caiazza, con queste argomentazioni,  hanno clamorosamente abbandonato l’aula del Gup, dove si stava celbranbdo il processo della Sanitopoli abruzzese, alorchè il procuratore Nicola Trifuoggi aveva da poco cominciato la sua requisitoria sullo scandalo sanità, dando lettura  di  telefonate fra cui anche una tra l’ex governatore ed una donna, esponente del Pd di Pescara, in cui si parla di cose private ed intime. Ed anche di intercettazioni telefoniche ed ambientali con protagonisti componenti dello staff dell'ex-presidente, messe agli atti come elementi probatori della "strumentalizzazione dell'ufficio pubblico per usi privati", e perché dimostrerebbero il possesso da parte Di Del Turco di una casa in Sardegna.

Il processo Del Turco torna così a far parlare di sé a livello nazionale, perché pone seri interrogativi sull'abuso della divulgazione e dell'utilizzo di intercettazioni telefoniche.

Un episodio che da forza e offre buoni argomenti  a coloro che, con l'ipocrita e meschina scusa di abusi, assolutamnte da regolamentare,  vorrebbero rendere inoffessivo un preziosissmo strumento di indagine come le intercettazioni telfonioche e ed ambientali, per fare un favore elettorale alla mafia, per garantire l'impunità alle cricche di affaristi malfattori e politicanti al loro libro paga, che già spadroneggiano in uno dei paesi più corrotti dell'Occidente .

Il resoconto della giornata di ieri in un articolo di Giuseppe Caporale per Repubblica

 

Il pm legge le telefonate hard di Del Turco

L'ex governatore lascia l'aula: è dileggio 


Bagarre al processo sulla "sanitopoli" abruzzese. Il difensore: ci si confronti sui fatti processuali non su quelli privati- Per i magistrati le intercettazioni fanno luce sul sistema realizzato dall'ex ministro

"Sesso telefonico sulle linee della Regione", "uffici dell'ente trasformati in alcova", "amanti stipendiate come consulenti della giunta", viaggi di piacere in alberghi a cinque stelle con i soldi pubblici. E l'imprenditore della sanità Vincenzo Angelini che "pagava tangenti". Tutto questo mentre "la regione sprofondava nel debito sanitario". "Funzionava così, con Ottaviano Del Turco governatore dell'Abruzzo... ". Questo racconta il procuratore della Repubblica di Pescara Nicola Trifuoggi, quando prende la parola per la requisitoria durante l'udienza preliminare per la Sanitopoli abruzzese.

E, appena comincia a citare - in modo esplicito - le intercettazioni a luci rosse (telefoniche e ambientali) di Del Turco e di altri componenti del suo staff, per spiegare la "strumentalizzazione dell'ufficio pubblico per usi privati" (e quindi l'accusa di associazione a delinquere), scoppia il caos in aula. E così, la terza udienza per l'indagine che - due anni fa - portò all'arresto dell'allora governatore (e di gran parte della sua giunta) si trasforma in una bagarre.

Con l'ex ministro delle Finanze che assieme al suo legale, Giandomenico Caiazza, abbandona l'aula per protesta. "Quando non si hanno molti argomenti per dimostrare un'accusa così rilevante come quella che mi è stata mossa - ha protestato Del Turco- si ricorre al dileggio personale". "Non potevamo tollerare oltre, il disprezzo della privacy del mio assistito - ha spiegato Caiazza - abbiamo interrotto la partecipazione ad un'udienza in cui si parla di fatti privatissimi, dei quali non sappiamo ancora nulla.

Con il deposito di indagini suppletive di oggi (ieri, ndr) ci saremmo aspettati che finalmente si fornisse qualche documento, uno straccio di prova di riscontro delle accuse di Angelini. Invece dobbiamo ascoltare pettegolezzi poco commendevoli: ci alziamo e ce ne andiamo. Quando il processo ritornerà a essere un processo, noi saremo di nuovo qui".

Certo è, che i documenti consegnati ieri dai tre magistrati - Giampiero Di Florio, Giuseppe Bellelli e Trifuoggi - che dal 2006 indagano sullo scandalo, hanno in qualche modo colto di sorpresa gli avvocati di Del Turco. Perché secondo gli inquirenti le intercettazioni etichettate dalla difesa "pruriginose" "contribuiscono a definire il quadro del sistema messo in piedi da Del Turco". Ecco perché anche i contratti di collaborazione di presunte "amanti" e telefonate erotiche sono entrate nell'inchiesta. E la Procura non esclude che queste indagini "suppletive" non diventino un procedimento penale a parte.

I magistrati ieri in aula hanno prodotto anche verbali delle deposizioni dell'attuale presidente della Regione Gianni Chiodi e dell'ex commissario ad acta per la sanità Gino Redigolo; nonché l'ordinanza di custodia cautelare a carico di Vincenzo Angelini (arrestato circa un mese fa). Cioè il principale accusatore di Del Turco, il titolare della clinica Villa Pini di Chieti, che rivelò ai magistrati di aver pagato 15 milioni di euro di tangenti ad alcuni amministratori regionali in cambio di favori. In totale 35 imputati, tra cui l'ex giunta di centrodestra e il pdl Sabatino Aracu.

 


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