Save the children: 12.500 bambini sfollati. 1200 nelle tendopoli

03 Luglio 2009   14:13  

"Emergenza Abruzzo, tre mesi dopo". E' il rapporto in cui Save The Children fa il punto sul proprio intervento nelle zone colpite dal terremoto e nelle localita' della costa che ospitano gli sfollati.

Sulla popolazione complessiva colpita dal terremoto, circa 70.000 persone, sono 12.530 i bambini e gli adolescenti coinvolti, dei quali

da 0 a 9 anni =  5.988 

da 10 a 19 anni =  6.542

Vivono nelle 143 tendopoli dell'Aquilano = 1.229

"Una volta trascorsa la fase di emergenza piu' acuta e superata in parte la paura - dice la coordinatrice della risposta all'emergenza in Abruzzo di Save the Children Italia, Francesca Petrecca - per i minori che continuano a vivere nei campi sfollati o negli alberghi lungo la costa come per i loro genitori, predomina la fatica di doversi confrontare con una condizione di vita nuova e con difficolta' pratiche, come la convivenza forzata con estranei, la promiscuita' e il caldo che e' sopravvenuto". Per rispondere alle esigenze di questi bambini, attraverso un intervento sistematico, professionale e nell'ottica della continuita', Save the Children sta operando da tre mesi all'interno dei campi di Acquasanta, Bazzano, ex Italtel e Paganica, dove sono stati allestiti quattro Spazi a Misura di Bambino, mentre sulla costa teramana e' intervenuta con il progetto "Ricomincio da te" a Roseto degli Abruzzi. Attraverso il proprio intervento, Save The Children ha raggiunto oltre 200 bambini ed adolescenti. 600, invece, sono i beneficiari indiretti delle attivita', come ad esempio i loro familiari. All'interno degli Spazi a Misura di Bambino dell'Aquilano, che riproducono un modello che Save The Children nella risposta alle emergenze in tutto il mondo, vengono svolte attivita' psico-sociali ed educative strutturate, sia con i bambini che con gli adolescenti. Si tratta di aree protette all'interno delle quali i minori possono giocare e stare insieme, affiancati da operatori specializzati, in un ambiente protetto e sicuro. Numerose le attivita' svolte dai bambini e dai ragazzi, molte delle quali ideate insieme a loro, volte a stimolarne l'espressione, la partecipazione e l'inclusione.

Per i bambini piu' piccoli, che sono il gruppo piu' numeroso nel campo di Bazzano, seguito da quello di Italtel, vengono effettuate molte attivita' creativo-manuali: la realizzazione di oggetti con materiale da riciclo, l'educazione ambientale, l'hand painting o ancora il laboratorio fiaba e la costruzione di teatrini e marionette. Per i ragazzi piu' grandi e gli adolescenti, predominanti soprattutto nel campo Paganica, sono state organizzate attivita' comunicative o sportive: un laboratorio fotografico, dal quale scaturira' una mostra itinerante per le tendopoli; un blog, realizzato con l'aiuto di esperti, per potersi mettere in contatto con i coetanei di tutt'Italia (http://www.blog-eas.net/blog); un musical, intitolato "Dal caos al debutto", interamente ideato e realizzato dai ragazzi e andato in scena nel campo di Italtel, che rappresenta un'allegoria del terremoto e della successiva fase di ricostruzione; un torneo di "ultimate frisbee" tra i vari campi, che ha permesso ai ragazzi di dedicarsi ad uno sport che annulla le differenze di genere, azzera le eventuali gerarchie pre-esistenti in base alle abilita' sportive perche' scarsamente diffuso in Italia e non ha bisogno di strutture per essere praticato. Infine c'e' chi ha incanalato la paura, la rabbia, la speranza di poter ricominciare dopo il terremoto in un testo rap, come quello creato da alcuni ragazzi del campo di Paganica perche', come afferma uno di loro, vogliono farsi "sentire dalle istituzioni e fargli capire come si vive qui al campo". Per tutti poi, attivita' di psicomotricita' e volte a sviluppare le capacita' interpersonali, visite al centro sismologico per "capire" il terremoto o al centro di ippoterapia. Tutte queste iniziative aiutano i bambini a ritornare alla propria quotidianita' e a rielaborare il trauma subito a causa del terremoto e ad affrontare la fase della ricostruzione. "Le persone cercano, seppure con gradualita', di riprendere familiarita' con la vita precedente al sisma - continua Francesca Petrecca - ad esempio cominciando a rientrare nelle proprie case dichiarate agibili dopo i controlli per brevi periodi durante il giorno". Questo lento cammino di ritorno alla normalita' deve pero' fare i conti con le ultime scosse che, nuovamente intense, si sono fatte sentire. Ma soprattutto - sottolinea Petrecca - emerge in questa fase, insieme all'incertezza per il futuro, la paura di essere lasciati soli dopo la prima fase dell'emergenza".


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