Sciame sismico, nuove scosse attese per le prossime ore

17 Febbraio 2009   19:14  

Lo sciame sismico che dal 16 gennaio scorso sta interessando la città dell'Aquila non è finito: un nuovo evento, di magnitudo fra 2 e 2.5, è atteso tra la mezzanotte e le 6 di domani, con epicentro in località Roio. E' quanto emerge dai grafici collegati a una rete di rivelatori gamma - che misurano la variazione di concentrazione di radon nel terreno -, allestita nel capoluogo abruzzese e che invia allarmi anche alla Protezione Civile. Sono 5 le stazioni sismiche così attrezzate, una delle quali nei sotterranei della scuola "De Amicis" messi a disposizione dal Comune per realizzare la prima sala sismica al mondo per la previsione di terremoti, con un anticipo tra le 6 e le 24 ore. Le altre sono nelle frazioni di Coppito e di Assergi, nel vicino Comune di Fagnano e a Pineto (Teramo). La triangolazione dei dati consente di individuare con una discreta precisione epicentro e intensità di un evento sismico. A brevettare il sistema è stato, nel 2003, Gioacchino Giuliani, tecnico di ricerca Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica), associato Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare): dal 2002 a oggi ha riscontrato che l'andamento del flusso di radon è legato anche all'effetto maree. Inoltre, quando il sistema terra-luna è nel perielio, quindi più vicino al sole (in inverno, con attrazione gravitazionale maggiore), si registrano più eventi sismici (60-70%) che in estate. Nell'ultimo mese le scosse avvertite nell'Aquilano - una o due al giorno - sono state puntualmente previste dalle stazioni gestite da Giuliani il quale tranquillizza: "Il fatto che ci siano piccoli sismi ogni giorno non consente che si accumuli energia per un evento più forte". La scossa di questa mattina (alle 6:08, magnitudo 2.6), ad esempio, era stata preannunciata con un allarme della stazione di Coppito alle 18 di ieri. Il sistema è stato collaudato dal Dipartimento di Ingegneria delle strutture, delle acque e del terreno (Disat) dell'Università dell'Aquila. I rivelatori - a differenza dei sismografi, che non consentono di osservare un precursore sismico - percepiscono l'energia di una faglia e si basano sull'analisi del decadimento del radon, gas nobile con vita media 3,8 giorni: i 2 isotopi Piombo 214 e Bismuto 214 emettono fotoni percepiti da uno scintillatore plastico e visualizzabili grazie a fotomoltiplicatori, collocati in un cubo di piombo del peso di 6 quintali, con pareti spesse 7 centimetri.


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