Sciopero sanità a Pescara, i sindacati chiedono la stabilizzazio

18 Giugno 2007   16:53  
Lavoratrici e lavoratori della sanità abruzzese sono scesi nelle strade cittadine per protestare contro i tagli alle spese del personale, che dovrebbero essere previsti nel Piano di risanamento finanziario. Una misura, a detta dei protestanti, che comporterà la chiusura o la riduzione dei servizi essenziali e il licenziamento dei lavoratori precari. Il corteo, organizzato dalle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, è partito alle nove di stamane dalla sede della Asl di Pescara per poi dirigersi verso la sede dell’Assessorato alla Sanità, dove si è tenuto il comizio. I sindacati, che sottolineano la volontà di contribuire alla politica di riorganizzazione, riqualificazione e potenziamento del servizio sanitario regionale, chiedono in particolare la stabilizzazione dei lavoratori precari e il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza, pur salvaguardando gli obiettivi finali della riduzione di spesa, che ora è bloccata dall’accordo Stato-Regioni sul riordino della sanità. Paolo Castellucci, segretario Cgil, ha espresso l’esigenza di avere, a Pescara, un piano di riorganizzazione che preveda sì il risanamento, ma anche e soprattutto la garanzia dei livelli essenziali di assistenza, “perché non si può risanare la spesa senza guardare ai bisogni dei cittadini” – ha detto. Anche il segretario provinciale Cisl, Umberto Coccia, ha posto l’accento sulla necessità di dare “una risposta chiara ai circa 300 precari che oggi lavorano all’interno del sistema sanitario pescarese, garantendone efficacia ed efficienza. La sanità – ha aggiunto - è un bene prezioso e noi dobbiamo difenderlo, per questo abbiamo bisogno di manifestare con forza per porre al centro dell’attenzione del mondo politico e dei cittadini questa emergenza, che diventerà sicuramente più grave nella fase delle ferie estive”. Valentina Tenaglia

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