Scontri post-mortem tra Sge e Comune, mentre Bertolaso si toglie macerie dalla scarpa...

12 Aprile 2012   13:43  

''Si rende noto che dal prossimo 13 aprile inizieranno le operazioni di trasloco degli uffici della soppressa Struttura gestione dell'emergenza dalla caserma della Guardia di Finanza ai locali dell'ex-Isef. A seguito del trasloco, verranno disattivate le linee telefoniche e di connessione, che saranno riattivate presso la nuova sede''

Questo l'algido testo diramato dall'Ufficio di Coordinamento della Ricostruzione, e che già provoca accese critiche da parte del Comune dell'Aquila che con l'assessore Fabio Pelini fa osservare che la Sge in teoria non dovrebbe più esistere da più di due settimane, e come si legge nell'ultima Ordinanza firmata da presidente Mario Monti, le competenze in materia di assistenza post-sismica e relative risorse umane ed economiche dovevano già essere passate in capo ai Comuni. Ma questo non è ancora avvenuto e non si comprende chi, perché e per fare cosa si stia trasferendo nell'appena ristrutturato edificio della villa Comunale.

''Abbia almeno il buon gusto - conclude Pelini riferendosi alla sedicente Sge - di non esercitare un'attività che non gli compete più, e di non sperperare il denaro pubblico, perseverando in una attività' che la legge ha espressamente e definitivamente cancellato".

Proseguono dunque fino all'ultimo, ed anzi oltre, gli attriti tra comune e strutture commissariali.

 A tal proposito si registrano anche le dichiarazioni di fuoco dell'ex-capo della protezione civile Guido Bertoalaso che in un intervento su Iuss press si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Il Comune dell’Aquila -afferma Bertolaso - è stato partner convinto e non vittima del progetto CASE, e la Protezione Civile a L’Aquila ha fatto esattamente ciò che le era richiesto e nulla di più, e niente contro nessuno''. E aggiunge: se a Protezione Civile avesse avocato a sè la gestione completa delle conseguenze del sisma, sicuramente molti dei problemi ancora aperti, come la questione delle macerie, o i lavori per rendere abitabili centinaia di abitazioni oggi ancora disabitate, sarebbero ad un punto diverso”

Andando oltre le polemiche infine grandi speranze per un avvio, ancora al palo, della ricostruzione del centro storico suscita l'accordo di collaborazione firmato da Comune, Soprintendenza, Ater e Università di Firenze relativi all'area Porta Leone, San Bernardino e Santa Maria di Farfa. L'accordo stabilisce la costituzione di un gruppo di lavoro che dovrà esaminare e proporre una sintesi delle oltre 40 tesi di laurea, presentate dagli studenti della facoltà' di Architettura di Firenze, relativi alla riqualificazione e al ripensamento strategico dell'intera area, con particolare riferimento all'ex distretto militare, alle case popolari inagibili, al recupero delle antiche mura cittadine  


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