Scuola, crollo di iscrizioni nell'Aquilano

Il pericolo che si paventava lo scorso anno, scacciato come uno spettro dalle istituzioni sembra essere tornato oggi, dodici mesi dopo, quando molte famiglie hanno deciso di trasferirsi altrove. A dirlo sono ora i dati, non più le ipotesi.
“Le scuole devono essere la prima cosa insieme alle case altrimenti gli aquilani non tornano” profetizzava all'indomani del terremoto il sindaco dell'Aquila Cialente.
Si costruirono in tutta fretta i Moduli scolastici che, agli inizi di settembre, garantirono, pur fra mille disagi, una regolare ripresa delle lezioni.
Ma, un anno più tardi, i dati sulle iscrizioni non lasciano margini a interpretazioni.
Netto calo di studenti fra i banchi delle scuole del capoluogo.
Almeno in 700 hanno lasciato la città secondo l'Ufficio scolastico regionale, oltre mille in tutta la Provincia.
Al “Domenico Cotugno”, uno degli istituti superiori più grandi dell'Aquila che racchiude i licei Classico, Linguistico, delle Scienze sociali e Pedagogico si registra rispetto allo scorso anno un perdita di circa 60 alunni su 1250 iscritti.
In calo anche il liceo Scientifico che rispetto a due anni fa ha perso un centinaio di studenti. All'Istituto tecnico industriale si registrano trenta iscrizioni in meno rispetto all'anno scolastico 2009-2010.
Ad influire sulla scelta di proseguire gli studi altrove c'è sì la generale inospitalità di una città ancora in ginocchio, ma soprattutto ci sono i clamorosi ritardi nella ricostruzione cosiddetta leggera. I cantieri sugli edifici classificati B e C, con danni di lieve entità, procedono a rilento e, nei casi peggiori, ancora non si aprono.
Nei giorni scorsi, dal presidente dell'Anci Abruzzo Antonio Centi, è arrivata la proposta di istituire a L'Aquila un'Agenzia europea di sviluppo, soluzione in grado – secondo l'ex sindaco del capoluogo – di arginare l'emorragia di famiglie e studenti ma anche di numerosi professionisti trasferitisi altrove, e di affrontare la crisi economico occupazionale dell'Abruzzo terremotato.