Sono oltre due migliaia - ma c’è chi dice tremila - le persone che hanno partecipato alla fiaccolata di ieri in ricordo di Vito Scaffidi, la vittima del crollo avvenuto al liceo Darwin di Rivoli , in provincia di Torino. La gente ha voluto stringersi accanto ai genitori del diciassettenne perduto sui banchi di scuola, al loro dolore composto, ma non privo di spinosi interrogativi circa quelle norme di sicurezza che avrebbero dovuto proteggere la vita del figlio , e che invece pare siano sfuggite irrimediabilmente all’attenzione degli uffici di competenza, come agli occhi di chi aveva il compito di verificare personalmente lo stato della struttura.
“Venti giorni fa – afferma la preside dell’istituto Maria Torelli - avevamo fatto un’ ispezione in tutta la scuola insieme con l’ ingegner Casali, che è un nostro consulente proprio per la sicurezza. Abbiamo controllato tutto, gli impianti elettrici, il sistema antincendio, perfino le plafoniere. .. Su quel soffitto crollato non c’erano crepe o segni di obsolescenza che ci potessero mettere in allarme”.
Ma ieri, domenica, la scuola è rimasta aperta. Nell’ aula martoriata dal crollo del soffitto che ha ucciso Vito e ferito diversi studenti, il procuratore Guariniello e tre ingegneri del Politecnico avanzano con le indagini, i sopralluoghi, le domande, la richiesta di documenti che possano far luce sulle responsabilità, e le eventuali omissioni relative alle pratiche volte alla sicurezza edilizia dell’edificio. Gli inquirenti lo sanno, in molte di queste tragedie la follia del caso è l’ultima delle motivazioni . Spesso è l’ incuria umana, elevata a sistema, a fornire spiegazioni più precise in merito, d' altronde che in Italia le cose si stessero mettendo male in termini di sicurezza lo si sapeva. O perlomeno è stato detto, scritto, verificato e provato decine e decine di volte, prima che questa tragedia portasse agli occhi dello Stato, e della società civile, la grave condizione di fatiscenza in cui versa la scuola italiana da anni.
LE SICUREZZA DELLE NOSTRE SCUOLE. I DATI NAZIONALI
Secondo Ecosistema scuola 2008, l’ indagine di Legambiente che si occupa di misurare la qualità dell’ edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi delle 42 mila scuole statali sparse nella Penisola, circa il 42% degli edifici risulta privo del certificato di agibilità statica, valore che nel solo Piemonte, dove è avvenuta la disgrazia , supera il 60%.
Il primo dato evidenziato dal rapporto è sufficiente ad avere un’ idea del grave stato edilizio dei plessi scolastici italiani: la percentuale di scuole costruite prima del 1974(anno in cui entrò in vigore la legge che regolamentava le costruzioni nelle zone sismiche) ammonta a ben il 52,82% del totale, più della metà. Una situazione a dir poco preoccupante se si considera che il 75,04% degli edifici è situato in zone ad alto rischio sismico.
In generale soltanto il 47% delle scuole è stato sottoposto ad interventi di manutenzione nell’ultimo quinquennio, il 58% ha ottenuto il certificato di agibilità statica , mentre supera il 52%(in crescita) il dato relativo alla prevenzione incendi. Sono ancora tanti gli edifici che confinano con aree inquinate, che si trovano nelle vicinanze di antenne cellulari ad emissione > 6 V/m, situati vicino a zone industriali(7,93%), a fonti di inquinamento acustico(2,63%) o a distributori di benzina(2,22%).
Amministrazioni più serie e attente invece sul problema amianto: le certificazioni passano dal 6,93% del 2006 al 13% dell’ultimo periodo, con azioni di bonifica annesse. Maggiore attenzione anche sulla questione radon, dove i casi certificati salgono al 2,37% del 2007 dallo 0,02% del 2006.
Ma il fattore più importante per la sicurezza di alunni e personale scolastico, resta per Legambiente la quantità di investimenti che gli enti locali riservano all’ edilizia scolastica. A primeggiare in tal senso sono Prato, Asti, Forlì, Livorno e Biella, mentre alle ultime posizioni della classifica troviamo Catania,Sassari, Genova e Crotone.
LE PERICOLANTI SCUOLE D'ABRUZZO
Nella graduatoria delle scuole dell’obbligo in merito al livello di qualità dell’edilizia scolastica, al 51° posto troviamo L’Aquila, seguita da Pescara al 77°, e subito dopo da Teramo al 78°. Grande assente Chieti che sembra abbia inviato dati non completi a riguardo.
Pericolosità. Nella graduatoria del rischio la situazione viene rovesciata da una Teramo in 13° posizione, seguita da Pescara in 25° e L’Aquila al 66° posto. Idem come sopra per Chieti, anche in tal caso non presente in classifica.
Indice di vecchiaia. In riferimento ai 141 edifici scolastici abruzzesi, il 22,86% è stato costruito tra il 1900 e il 1940, il 43,81% tra il 1940 e il 1974, il 26,67% tra il 1974 e il 1990, e solo il 5,71% tra il 1990 e il 2006.
Agibilità. Bandiera nera all’ Abruzzo dove soltanto l’8,51% degli istituti possiede il certificato di agibilità statica. Il 12,5% risulta certificato sulla prevenzione incendi, il 53,42% dispone di scale di sicurezza, il 87,5% di porte antipanico, il 63,01% presenta impianti elettrici a norma, il 100% effettua prove di evacuazione, e zero spaccato infine, per le certificazioni igienico-sanitarie, completamente assenti in relazione agli edifici scolastici della Regione.
Rischio ambientale dichiarato. Nessuna scuola a rischio idrogeologico in Abruzzo, preoccupante invece la percentuale a rischio sismico (65%), e molto bassa quella a rischio industriale, di circa lo 0,89%. Gli edifici certificati che presentano strutture con amianto bonificate sono l’8,7% del totale, 0,00% è la percentuale dei casi sospetti, mentre quella relativa alle azioni di bonifica realizzate nel corso dell’ultimo biennio ammonta al 19,57%. 0,00% è anche la percentuale di casi certificati, casi sospetti e di azioni di bonifica, relativi alla presenza di radon negli edifici.
Elettrosmog e inquinamento acustico. Il 9,41% delle scuole abruzzesi si trova a meno di 200 metri da antenne emittenti radiotelevisive, l’ 1,18% dalle zone industriali, il 3,53% da elettrodotti ad alta tensione (> 150 KV), il 5,88% da fonti di inquinamento acustico, e lo 0,00% da antenne cellulari, un valore che tuttavia sale al meno roseo 28,57% , se si considera una distanza compresa tra 1 km a 200 metri dall' area interessata. ( Foto liceo Darwin in alto a sinistra tratta
da Repubblica.it )
Giovanna Di Carlo
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