Secondo il Censis, il 43% degli italiani non ha dubbi, politica e corruzione hanno causato la crisi

07 Dicembre 2012   10:17  

Quasi la meta' degli italiani non ha dubbi: la crisi economica, che da qualche anno ha investito il nostro Paese rendendo sempre piu' concreta la 'paura di non farcela', dipende anzitutto dal degrado morale della politica e dal dilagare della corruzione.

Almeno il 43,1% degli italiani, stando al 46esimo Rapporto annuale del Censis, condivide questo pensiero.

Il 26,6%, invece, attribuisce la colpa al debito pubblico legato a sprechi e clientele mentre un 26,4% chiama in causa l'evasione fiscale.

Al quinto posto di questa classifica di fattori determinanti, c'e' un 18% di italiani che punta il dito contro la politica europea e l'euro mentre il 13,7% se la prende con le speculazioni e i comportamenti delle banche di casa nostra.

In questo momento di chiara difficolta', il sentimento che accomuna il 52,3% dei cittadini e' la rabbia, legata alla consapevolezza che la situazione drammatica di questi mesi imponga interventi drastici e fortemente penalizzanti per ampie quote di popolazione, soprattutto alla luce degli errori gravi che sono stati commessi nel passato.

Seguono poi la paura (21,4%), la voglia di reagire (20,1%) e il senso di frustrazione (11,8%).

Un 10,6%, pero', si dice fiducioso che la realta' possa cambiare in meglio. Interrogati sulle proprie paure personali, invece, gli italiani - ricorda il Censis - temono per il futuro la malattia (35,9%) e la non autosufficienza (27%); a seguire il destino dei propri figli (26,6%), la situazione economica generale (25,5%), la disoccupazione e il rischio di perdere il lavoro (25,2%).

Dall'indagine del Censis emergono le prove di quanto da noi sia radicato il malcostume e l'illecito: se la maggioranza dei cittadini europei e' convinta che la corruzione sia un grosso problema nel proprio Paese, la percentuale sale in Italia all'87%.

E ancora: mentre il 47% degli europei ritiene che negli ultimi tre anni la corruzione sia aumentata, in Italia tale percezione sale al 56%.

Non solo, ma il 46% degli italiani, rispetto al 29% della media Ue, afferma di essere stato colpito personalmente dalla corruzione nella propria vita quotidiana. Questo spiega perche' il 64,1% degli italiani sia convinto che in futuro aumenteranno i comportamenti scorretti per fare carriera e che cresceranno l'evasione fiscale (58,6%), le tangenti negli appalti pubblici (55,1%) e la mercificazione del corpo (53,2%).

Il doppio 'tsunami' della crisi economico-finanziaria e del crollo reputazionale di forze politiche e istituzioni ha travolto, inevitabilmente, i politici della Seconda Repubblica.

E cosi' nell'ultimo anno il 4,1% della popolazione (fra i giovani la quota sale al 13%) ha preso parte a iniziative di protesta contro la politica.

Per il Censis, questa forte disponibilita' dell'opinione pubblica all'indignazione e alla mobilitazione 'contro' si iscrive nel contesto piu' generale di crisi delle democrazie rappresentative che attraversa gran parte delle societa' europee, ma assume in Italia caratteri piu' radicali e una diffusione piu' consistente.

Il risultato e' che la politica rischia di rimanere sotto i riflettori solo come imputata, essendo ormai percepita dalla popolazione come un costo cui non corrispondono benefici, se non per i suoi adepti.

Gli scandali giudiziari che si sono susseguiti negli ultimi mesi sembrano aver ormai smascherato una classe dirigente, rea, agli occhi di molti, di aver tutelato soltanto gli interessi personali.


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