Segreti di Stati e l'indignazione del senatore Piccone

Rifiutopoli

25 Settembre 2010   09:55  

A poche ore dall'interrogatorio di Daniela Stati, a seguito del quale affermano i sostituti Gennaro Varone e Annarita Mantini, ''il quadro accusatorio è molto più che rinforzato'', si regista la dura presa di posizione del senatore e coordinatore del Pdl Filippo Piccone, che non è inquisito, ma il cui nome compare più volte nelle intercettazioni.

"A proposito dell'inchiesta in corso presso la Procura di Pescara, dalla lettura delle notizie di stampa constato con profonda indignazione che persiste il tentativo di accreditare un mio presunto (e inesistente) interessamento alla realizzazione di un termovalorizzatore sul territorio abruzzese, l'esercizio di pressioni in tal senso e addirittura fantasiosi 'scambi'". Lo dichiara il senatore Filippo Piccone, coordinatore regionale del PdL in Abruzzo. "Tali comportamenti - prosegue -, secondo quanto riferito dagli organi di informazione, mi vengono attribuiti in maniera apodittica e assertiva negli atti di indagine, sulla base di intercettazioni telefoniche dell'ex assessore Daniela Stati. Sono certo che Daniela Stati, che ben conoscendo la situazione sa quanto tali ricostruzioni siano destituite di ogni fondamento, avrà modo di correggere l'interpretazione delle sue conversazioni telefoniche, o in alternativa ammettere l'assoluta millanteria del loro contenuto, e per carità di patria mi astengo dal formulare ulteriori ipotesi. Sono altresì certo che la Procura della Repubblica di Pescara, così solerte nel selezionare intercettazioni della signora Stati con soggetti terzi diversi da me e utilizzarle per trarre su di me improprie conclusioni, aprirà prontamente un'inchiesta sulla strumentale propalazione di tali conversazioni, e per meglio definire la vicenda e sottrarla a impropri utilizzi, vorrà al più presto divulgare tutte le telefonate dell'ex assessore Stati sulla questione termovalorizzatori. Ivi compresa l'unica conversazione intercorsa con il sottoscritto, che alla richiesta di indicazioni di Daniela Stati su come regolarsi su tale materia, veniva da me invitata a rivolgersi al presidente della Giunta regionale e al gruppo consiliare di appartenenza. Oggi stesso - conclude Piccone - vedrò il mio avvocato per valutare ogni azione legale che sia opportuno intraprendere a tutela non solo del mio nome e del partito che rappresento in questa regione, ma anche in difesa della mia famiglia e in particolare di mio padre, che dopo aver faticato cinquant'anni per costruire un'attività imprenditoriale dalla storia cristallina, non merita di vederla infangata dagli schizzi di una lotta politica che sta smarrendo ogni dignità".

LA CRONACA DI IERI

- La Stati parla con magistrati e attacca Quagliariello -

E' durato due ore e mezzo l'interrogatorio di Daniela Stati, l'ex assessore regionale all'ambiente indagata per favoreggiamento nell'inchiesta della procura di Pescara riguardante la realizzazione di un inceneritore a Teramo. L'ex assessore davanti al procuratore capo di Pescara Nicola Trifuoggi e ai sostituti Anna Rita Mantini e Gennaro Varone ha chiarito la sua posizione relativa all'accusa di favoreggiamento e per il resto ha reso dichiazioni ritenute "molte interessanti ai fini delle indagini". Al termine dell'interrogatorio l'ex assessore ha detto che e' stata 'una conversazione serena con una magistratura serena che attentamente legge gli atti. Sono serena anch'io'.
A proposito delle pressioni che avrebbe subito e di cui si sarebbe lamentata anche con il presidente Gianni Chiodi ha spiegato che 'le indagini non sono chiuse, non posso parlare di questa vicenda.
So soltanto che ho chiarito la mia posizione ma posso parlare della politica, di quella politica che tanto male mi ha fatto e tanta solidarieta' anche a livello nazionale che oggi da' ad un assessore che lo era tanto quanto me? Oggi Quagliariello, ieri tutta la politica nazionale si e' scomodata per un assessore in difficolta', perche' - ha aggiunto- per Daniela Stati nessuno si e' scomodato? Servivo tanto quanto gli altri assessori o io davo cosi' tanto fastidio? Se qualcuno pensava di aver tirato fuori Daniela Stati dalla politica , con le unghie e con i denti difendero' il mio cognome e il mio territorio. Con questa serenita' vado avanti'. L'ex assessore ha infine sottolineato che resta in politica: 'ricomincio daccapo con la gente che mi vuole bene, con la gente per bene'.

INTERVISTA TELEFONICA - Chiodi: è una fortuna che l'Abruzzo abbia questo governo

Il presidente Gianni Chiodi, nella nostra intervista telefonica, parla dell'inchiesta Re Mida (o, nel gergo giornalistico, Rifiutopoli) e della situazione politica a dir poco delicata che sta attraversando la sua maggioranza.

''L'impianto accusatorio - afferma Chiodi - si fonda sull'ipotesi di una presunta corruzione dove però non ci sono mazzette nè inceneritori realizzati. In realtà tutto potrà essere spiegato e chiarito''.

Paolucci Pd: ''Chiodi deve licenziare Venturoni''

"L'assessore Venturoni ha il dovere di rassegnare subito le dimissioni. Se non arrivano, Chiodi ha il dovere di 'licenziarlo'". Lo afferma il segretario del Pd Abruzzo, Silvio Paolucci, commentando la notizia secondo cui Venturoni non sarebbe intenzionato a dimettersi. "Le dimissioni vanno presentate senza giri di parole né bizantinismi - dice Paolucci - nessuno pensi di scherzare con le istituzioni ridimensionando o irridendo i fatti contestati come appare dalle dichiarazioni degli uomini di vertice della Pdl abruzzese. Rimanendo sul terreno squisitamente politico, ciò che emerge con chiarezza è che lo sbandierato 'sistema Teramo' tutt'uno con il 'sistema Pdl' in Abruzzo è in netto contrasto con i valori della legalità e del corretto esercizio delle funzioni pubbliche". "Se non dovessero arrivare spontaneamente le dimissioni di Venturoni - conclude Paolucci -, Chiodi avrebbe il dovere di 'licenziarlo' per rispetto degli abruzzesi e dell'istituzione che presiede, e di chiarire se è dentro questo sistema, come sembra, e se intende tirarsene fuori".

SERVIZIO TG - Rifondazione e Verdi contro il "sistema Teramo"

Le opposizioni tornano ad attaccare il centrodestra chiedendo al presidente della Regione Chiodi di farsi da parte dopo l'inchiesta sui rifiuti che ha portato all'arresto di un suo assessore e che vede indagati alcuni dei massimi vertici (SEGUE)

Wwf: desolante il quadro della gestione dei rifiuti in Abruzzo

Il quadro che sta emergendo dall'inchiesta "Re Mida" condotta dalla Procura di Pescara fa vergognare di essere abruzzesi.
Naturalmente le inchieste della magistratura dovranno dimostrare le responsabilità dei singoli, ma le intercettazioni pubblicate dai giornali non lasciano dubbi sui metodi che hanno retto la gestione dei rifiuti in Abruzzo.
In particolare l'ormai evidente volontà di realizzare inceneritori solo ed esclusivamente per favorire questo o quel gruppo di potere chiarisce, se mai ce ne fosse bisogno, che coloro che inseguono l'incenerimento come unico destino finale dei rifiuti lo hanno fatto e lo fanno per propri tornaconti personali, incuranti di quelle che sono le pesanti ricadute sull'ambiente e sulla salute dei cittadini.
Per il WWF ora sarebbe fin troppo facile ricordare le tante denunce presentate negli anni per la gestione scriteriata di discariche ed impianti di trattamento, gli appelli a lavorare per incrementare la raccolta differenziata, i dubbi sollevati per il fatto che un soggetto privato fosse praticamente onnipresente in tutti gli impianti di trattamento rifiuti, la battaglia in difesa di quella soglia del 40% di raccolta differenziata minima da ottenere prima di parlare di "recupero energetico"...
In Abruzzo, da anni, chi poteva decidere sui rifiuti, salva qualche rara eccezione, ha avuto un atteggiamento teso a creare problemi più che a risolverli, inseguendo spesso soluzioni che accontentavano i potenti, ma non rispondevano alle esigenze dei cittadini e del territorio.

SERVIZIO TG - Il Pdl: le accuse sono un fantasioso teorema

Il Coordinamento regionale ed il Gruppo consiliare del Popolo della Liberta' alla Regione Abruzzo, "alla luce di quanto e' dato sapere relativamente all'inchiesta giudiziaria che ha portato all'arresto dell'assessore regionale Lanfranco Venturoni e all'emissione di alcuni avvisi di garanzia notificati ad esponenti di primo piano del partito, si dichiara assolutamente convinto dell'infondatezza ed inconsistenza delle accuse mosse ed esprimere pertanto loro la piu' ampia solidarieta'".

Martedi prossimo interrogatorio per Venturoni e Di Zio

Lanfranco Venturoni e Rodolfo Valentino Di Zio saranno ascoltati dagli inquirenti martedì prossimo alle 10. E' questa la data fissata dal giudice per le indagini preliminari di Pescara Guido Campli per gli interrogatori di garanzia dell'assessore regionale alla Sanità e dell'imprenditore, leader nel settore dei rifiuti, che, da mercoledì mattina, si trovano agli arresti domiciliari rispettivamente nella casa di Teramo e in quella di Villa Raspa di Spoltore. I due indagati devono difendersi dalle accuse di corruzione, peculato, abuso d'ufficio e istigazione alla corruzione. Agli interrogatori parteciperanno anche i pm del pool dei rifiuti: il procuratore Nicola Trifuoggi e i sostituti Anna Rita Mantini e Gennaro Varone. (SEGUE)

Quagliariello: in Abruzzo magistrati minacciano la democrazia

''In Abruzzo da oltre due anni si assiste al tentativo della magistratura di commissariare la politica e la democrazia". Lo dice Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato, in un'intervista al Tempo. "Se c'e' una riflessione da fare sul rapporto tra giustizia e politica non si puo' prescindere dall'Abruzzo. Dal 'caso Abruzzo', perche' ormai di questo si tratta". "Io trovo che sia legittimo - dice ancora Quagliariello - che la magistratura controlli la politica, ma questo potere di controllo non puo' essere irresponsabile. In una situazione come quella abruzzese occorre una precauzione maggiore, dal momento che gli avvenimenti politici degli ultimi anni sono stati determinati da fatti giudiziari che non sono stati ancora definiti. Se prolungata, questa situazione puo' diventare una patologia: rischiamo che venga invertito il rapporto tra chi compie le scelte politiche e chi le controlla. In Abruzzo chi controlla, determina le scelte politiche". In merito all'inchiesta sui rifiuti che ha visto il coinvolgimento di due senatori del PdL, il vicecapogruppo commenta: "Ho visto gli avvisi di garanzia e non solo ho trovato accuse risibili rispetto al polverone che hanno sollevato, e frutto di una ricostruzione piuttosto traballante rispetto alle procedure che regolano la realizzazione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Non solo ho notato il riproporsi del pregiudizio di fondo per cui qualsiasi finanziamento alla politica, anche se registrato e documentato a norma di legge, debba per forza nascondere qualcosa di losco. Ma ho visto un quadro preoccupante rispetto a una concezione fisiologica del gioco democratico, che trovo fortemente alterato". Il riferimento e' ai termovalorizzatori: "Il centrodestra abruzzese - spiega Quagliariello - e' sempre stato ed e' tuttora favorevole ai termovalorizzatori. Non si possono fare processi alle intenzioni e addurre questo proposito come prova dell'esistenza di un sodalizio criminoso. Altrimenti significa vivere in un regime di 'inquisizione'. Al contrario e' opportuna una contestazione di fatti precisi che dimostrino che ci sia un illecito". Il "caso Abruzzo", comunque, per il vicecapogruppo del PdL al Senato, parte da piu' lontano. "Nel 2008 - ricostruisce sul Tempo - la giunta regionale di Del Turco fu decapitata da un'altra iniziativa giudiziaria. Si ando' alle elezioni anticipate, si parlo' di una 'valanga di prove che non lasciano spazio a difese', ma oggi, a quasi tre anni di tempo, non sappiamo ancora se Del Turco e' colpevole o innocente. Sempre per rimanere sul fronte del centrosinistra, e non dare neanche l'impressione che si voglia criticare una Procura solo quando colpisce la propria parte, ricordo anche l'arresto dell'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso. Io allora contestai duramente i tentativi di evitare il commissariamento del Comune attraverso un certificato medico, ma adesso non posso che constatare che la vicenda processuale e' tutt'altro che avviata". Quagliariello conclude rivolgendo "un appello" ai magistrati a"prendere bene in considerazione le parole di Giovanni Falcone. Lui diceva che quando la magistratura ha a che fare con la politica, tocca quel potere che e' stato determinato dalla volonta' popolare, deve avere una speciale precauzione".

Daniela  Stati va in Tibunale

E' appena arrivata al Tribunale di Pescara per essere ascoltata dai magistrati l'ex assessore regionale all'ambiente Daniela Stati indagata per favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta sulla realizzazione di un inceneritore a Teramo. Ai cronisti l'ex assessore ha detto di "essere serena e tranquilla". "Rispondero' ai giudici" - ha affermato Stati. Alla domanda se e' vero che ha definito i suoi referenti politici una banda di delinquenti, l'ex assessore ha risposto: "e' vero quello che ho letto questa mattina sui giornali, che c'e' tantissima solidarieta' per l'assessore Venturoni, beato lui, assessori di serie 'a' e assessori di serie 'b'. Io facevo parte, evidentemente, di una serie che non serviva".

Il coordinatore Pdl Piccone: ''Venturoni non si deve dimettere''.

"Siamo perfettamente consapevoli che Venturoni, Tancredi e Di Stefano sono assolutamente in grado di dimostrare la loro estraneita' a fatti di carattere criminoso". Lo ha detto il senatore Filippo Piccone, coordinatore regionale del PdL, a margine del vertice in corso a San Giovanni Teatino (Chieti) aggiungendo che Venturoni non dovrebbe dimettersi da assessore regionale. "Se qualcuno- ha proseguito- vuole acclarare che non dobbiamo interessarci di sanita', di inceneritori, di niente altrimenti finiamo in galera, credo che sia sovvertito il diritto democratico e tolta alla classe politica la possibilita' di operare". Il senatore poi ha detto di non aver fatto pressioni sull'ex assessore Daniela Stati: "e lo sanno bene la procura e la Stati". A proposito degli inceneritori ha detto di non interessarsene se non per gli abruzzesi. "Perche' - ha aggiunto - ribadisco che bisognera' farli, bisognera' solo capire dove e quanti farne perche' altrimenti l'Abruzzo non sapra' tra un anno dove mettere i rifiuti. Non credo di dovermi nascondere rispetto a questo. L'abbiamo detto nelle stanze della politica e anche in pubblicom continuero' a dirlo e nessuno ci fermera' in questo senso". Per Piccone l'assessore Venturoni "non si dovrebbe dimettere perche' ha fatto bene il suo lavoro e non appena avra' chiarito i fatti potra' continuare a farlo".

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