Sentenza Casa dello studente per il Giudice "non era affatto imprevedibile"

16 Maggio 2013   21:51  

Il sisma aquilano poteva essere previsto "essendosi verificato in quello che viene definito periodo di ritorno, vale a dire nel lasso temporale di ripetizione di eventi previsto per l'area aquilana''.

E' questa la frase chiave della sentenza del processo per il crollo della Casa dello studente, che ha visto la condanna di 4 imputati e l'assoluzione di altrettanti indagati.

Il giudice Giuseppe Grieco scrive citando il consulente Luis Decanini, ''è stato indicato in circa 325 anni dall'anno 1000''. Inoltre, ''si è trattato di un terremoto certamente non eccezionale per il territorio aquilano e assolutamente in linea con la sismicità storica dell'area''.

"I tecnici hanno colpevolmente e reiteratamente ignorato tutte le prescrizioni", scrive ancora il giudice nelle circa cento pagine della sentenza per il processo sul crollo della Casa dello Studente, una sentenza molto simile a quella emessa dal collega Marco Billi in quello che è stato il processo alla "commissione grandi rischi".

Sotto le macerie di uno dei simboli più drammatici del terremoto del 6 Aprile 2009 morirono otto giovani.

Fondamentale è stata la perizia di Maria Giovanna Mulas che nella sua relazione di 1.300 pagine ha scritto nero su bianco dei vizi di costruzione del palazzo, poi "ulteriormente indebolito dalla ristrutturazione".

Così sono stati condannati per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose, a quattro anni di reclusione e interdetti per 5 anni dai pubblici uffici, Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, tecnici autori dei lavori di restauro del 2000 che, secondo l'accusa, avrebbero ulteriormente indebolito il palazzo, che già presentava vizi costruttivi all'epoca della sua edificazione negli anni '60. 

A due anni e mezzo è stato condannato Pietro Sebastiani, tecnico dell'azienda per il diritto agli studi universitari. Il giudice ha rilevato che lo stesso "non ha provveduto a fare il collaudo statico dell'immobile".

Assolti, invece, "per non aver commesso il fatto" Luca D'Innocenzo e Luca Valente, all'epoca - rispettivamente - direttore e presidente Adsu, Massimiliano Andreassi e Carlo Giovani, tecnici autori di interventi minori. Il non luogo a procedere era stato disposto per Giorgio Gaudiano, che negli anni '80 ha acquisito la struttura da un privato per conto dell'ateneo aquilano, e Walter Navarra, che ha svolto lavori minori. Per loro, che avevano scelto il giudizio ordinario, il processo era nella fase dell'udienza preliminare.


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