Sentenza Grandi Rischi, Pezzopane, motivazioni kafkiane

09 Febbraio 2015   13:01  

"Le motivazioni della sentenza di secondo grado, che ha assolto i componenti della Commissione Grandi Rischi rendono l'intera vicenda ancora piu' assurda, imbarazzante. Si apre un pozzo senza fondo di dubbi sul comportamento della Protezione civile".

Lo afferma la senatrice Stefania Pezzopane. "Dunque, la riunione di fine marzo sarebbe stata una 'non riunione', una farsa?. Cosa sono venuti a fare allora i componenti della Commissione a L'Aquila?. Perche' sono venuti?. Se non sono stati convocati, perche' erano qui?.

Dovendo attenerci ad una prima lettura di quelle carte, gli scienziati della Grande Rischi sarebbero venuti a L'Aquila per una passeggiata. Un gruppetto di persone ha fatto quattro chiacchiere informali, sedute attorno ad un tavolo, presso una sede istituzionale, quella della Regione Abruzzo. Ma non ci sarebbe stato nulla di ufficiale. Solo uno di loro, avendo riferito ai microfoni di un'emittente televisiva, l'esito di quella amichevole conversazione, e' stato giudicato colpevole.

Se non fosse cosi' tragicamente doloroso, sarebbe un ottimo spunto per un romanzo kafkiano. Se davvero fosse cosi', ovvero se davvero la riunione fosse stata una finta riunione - osserva la senatrice - le responsabilita' della Protezione civile nazionale e della Commissione Grandi Rischi sarebbero ancora piu' gravi.

Di fronte ad uno sciame sismico, che si stava protraendo da mesi, la Protezione civile pensa di fare una finta riunione, una riunione in cui non decide nulla di ufficiale e dove tutto quello che viene detto e fatto non e' valido, per vizi di forma.

Perche' non ha fatto invece una riunione vera, come quelle fatte in tante altre circostanze? Ma davvero dobbiamo sopportare di essere stati presi in giro? E se fosse stata vera quella riunione?. Convocata secondo i canoni istituzionali.

Quale sarebbe stato l'esito vero?. La cosa piu' sconcertante e anche piu' triste e' che le famiglie e le parti civili sono state lasciate sole.

Nessun sussulto di orgoglio e di solidarieta' purtroppo. La sentenza era gia' nota, ma non le motivazioni e ora che sono note, e' possibile questo strano silenzio, e che tanta parte della citta' non abbia nulla da dire per quello che e' accaduto?.

Possibile - si chiede ancora Pezzopane - che le nostre coscienze siano gia' cosi' assopite, rassegnate, assuefatte da non provare almeno un sussulto di fronte a delle motivazioni che rappresentano un trauma assoluto?.

Peccato che molti aquilani trovino tempo per indignarsi, scandalizzarsi sulla vita degli altri, ma poi non abbiano ne' uno scatto di orgoglio, ne' uno di indignazione per questa gravissima vicenda. Le sentenze si rispettano e rispetteremo anche questa, ma rimane aperto il fronte di come l'intera vicenda si sia determinata.

E rimane almeno in me - dice infine la senatrice aquilana - la voglia di continuare a chiedere perche'?. E soprattutto a dichiararmi disponibile per le famiglie, a cui esprimo tutta la mia solidarieta', per ogni cosa si ritenesse opportuno fare per avere verita' e giustizia".


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