Sfrattatemi dal progetto Case!

09 Febbraio 2011   11:09  

C'è chi avrebbe fatto carte false, compreso il capogruppo del Pdl in Comune pur di ottenere un appartamentino post-sismico del progetto CASE, senza averne diritto. Chi se lo è preso avendone si diritto, ma non effettivo bisogno perché di fatto aveva altre sistemazioni a disposizione. Ma non si sa mai, ad appartamento donato non si guarda in bocca.

C'è poi chi questo appartamento lo aspetta da circa due anni. I single, in particolare, e gli anziani. Le strapagate teste d'uovo della Protezione civile evidentemente quando hanno calibrato la pezzatura degli appartamenti avevano in mente un modello di società ottocentesco con famiglie con almeno quattro figli in media e una età media molto bassa.

E mentre il Comune annuncia la realizzazione di bar e negozi nei nuovi quartieri, c'è chi dal suo appartamento di cartongesso all'avanguardia se ne vuole andare.

A costo di sembrare un irriconoscente agli occhi di una parte degli italiani che ancora crede nei miracoli ( passati presenti e futuri)

L'eroe per caso, anzi ''per casa''è Andrea Chiaranzelli, titolare del bar Le Bistrot a Strinella 88.

La sua casa in via degli Ortolani è agibile, non è più in zona rossa, ma manca l'acqua e dunque non può tornare, anche perché senza acqua non funzionerebbe il riscaldamento a pavimento. E in famiglia Chiaranzelli c'è una bimba piccola. Basterebbe dunque allacciare l'acqua e si liberebbe un appartamento che potrebbe essere assegnato ad uno dei tanti nuclei in paziente attesa. Anche perchè a rigor di diritto, chi ha la casa agibile non potrebbe stare, per di di più controvoglia.

Ma ciò sembra un ostacolo insormontabile per chi di dovere. Forse chissà, si dovrebbe nominare un ennesimo commissario per l'allaccio dell'acqua.

Alla famiglia Chiaranzelli la riconoscenza di tutti gli aquilani per aver per avere ricordato con la sua civile richiesta di tornare a casa sua, che il Progetto CASE, è solo una sistemazione provvisoria, equivalente nella dialettica dell'emergenza  ai container di latta del Belice e o alle casupole di legno dell'Irpinia. La città da ricostruire, su cui spendere soldi, da riabitare al più presto è un'altra. Ed è quato l'unico vero miracolo aquilano che tutti attendono. 


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