Decisione improvvisa di evacuare il Corpo C dell'ospedale provoca proteste tra personale medico, pazienti e cittadini preoccupati per la continuità dei servizi sanitari.
La recente decisione di sgomberare il Corpo C del Policlinico "SS. Annunziata" di Chieti ha scatenato un'ondata di polemiche e preoccupazioni tra il personale sanitario, i pazienti e la comunità locale. L'ordine di evacuazione, comunicato inaspettatamente, ha sollevato interrogativi sulla gestione e sulla tempistica dell'intervento.
Il manager della ASL di Chieti, Thomas Schael, ha convocato una riunione per discutere l'avvio delle procedure di sgombero di almeno quattro reparti dell'ospedale teatino. Questa mossa, avvenuta a ridosso della conclusione del suo mandato, ha suscitato critiche da parte di esponenti politici locali. Il segretario regionale del Partito Democratico, Daniele Marinelli, ha espresso sorpresa e disappunto per la tempistica e la modalità della decisione.
La situazione ha portato il rettore dell'Università "G. d'Annunzio", Liborio Stuppia, a diffidare formalmente la ASL da iniziative che possano compromettere il futuro della Facoltà di Medicina e dell'ospedale stesso. Questa presa di posizione evidenzia la preoccupazione per le possibili ripercussioni sull'offerta formativa e sui servizi sanitari nella regione.
In risposta alle crescenti tensioni, il sindaco di Chieti, Diego Ferrara, ha richiesto chiarimenti urgenti sulla situazione, sottolineando l'importanza di garantire la continuità assistenziale e la sicurezza dei pazienti durante le operazioni di sgombero. La mancanza di comunicazione preventiva e di un piano dettagliato ha alimentato l'incertezza tra i cittadini e gli operatori sanitari.
La comunità locale, insieme a rappresentanti politici e istituzionali, ha organizzato presidi di protesta per sollecitare interventi immediati che assicurino la continuità dei servizi sanitari e la tutela della salute pubblica. Queste manifestazioni riflettono il forte legame tra l'ospedale e il territorio, nonché la determinazione dei cittadini a difendere il proprio diritto a un'assistenza sanitaria di qualità.
La vicenda evidenzia la necessità di una pianificazione trasparente e condivisa nelle decisioni che riguardano strutture sanitarie di primaria importanza, al fine di evitare disagi e garantire la fiducia della comunità nelle istituzioni preposte alla tutela della salute.