Si fingevano proprietari immobiliari, tre arresti per truffa

Ipotecando immobile non loro incassavano 2 mln

04 Marzo 2009   10:12  

Stavano per incassare un mutuo ipotecario di due milioni di euro per un immobile di cui non erano proprietari e poi si sarebbero dileguati con il bottino. Un'operazione del Comando provinciale di Roma della Guardia di Finanza ha posto termine alla truffa. Tre persone sono state arrestate: L.P. 61 anni, originario della provincia di Foggia ma residente a Roma, pluripregiudicato e latitante, nei cui confronti era stata emessa una ordinanza di custodia cautelare dalla Procura della Repubblica di Roma per truffa, e i due complici, E.T. 63 anni di Celano (L'Aquila) e R.M. 46 anni di Napoli. I tre costituivano, da tempo, un'associazione criminosa che falsificava documenti di identita' ed atti testimonianti la proprieta' di immobili, per frodare le banche. Nel corso delle indagini sono state infatti sottoposte a sequestro numerose carte di identita' e tessere sanitarie, nonche' false delibere di societa' grazie alle quali i tre facevano risultare di essere amministratori delle imprese proprietarie dei fabbricati. Le indagini hanno portato le Fiamme Gialle a bloccare per tempo l'illegittima emissione di un mutuo ipotecario del valore di due milioni di euro, ottenuto utilizzando come garanzia un immobile, sito nel centro di Roma, del valore di oltre 15 milioni e composto da 17 appartamenti. Chiaramente l'immobile apparteneva ad altri soggetti del tutto ignari dell'operazione che si stava compiendo. La truffa era stata architettata nei minimi particolari: i soggetti, poi arrestati, avevano fatto credere di essere amministratori della societa' proprietaria del palazzo esibendo delibere false, debitamente iscritte alla Camera di Commercio, attraverso le quali avevano addirittura modificato lo statuto dell'impresa per attribuirsi i piu' ampi poteri. Durante le indagini successive, sono stati individuati numerosi documenti relativi ad altri immobili, tra cui un hotel e 4 esercizi commerciali, ubicati nel Lazio ed in Abruzzo, attraverso i quali la banda stava mettendo in atto lo stesso meccanismo fraudolento. Le indagini sono durate 8 mesi ed e' stato appurato l'utilizzo di 16 identita' false e di 17 rapporti bancari, intestati a persone inesistenti, intrattenuti con 10 diversi istituti di credito. I conti correnti sono stati sequestrati.


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