"La Sixty spa nel 2006 fatturava quasi 700 milioni di euro, produceva e distribuiva nel mondo oltre 20 milioni di capi d’abbigliamento, ma nel 2010 le produzioni dello stabilimento di Chieti vengono trasferite in Cina e in altri paesi dove la manodopera costa poco, di fatto abbassando la qualità del prodotto e perdendo le competenze (aziendali e dell’indotto) di chi per anni ha lavorato duramente per far crescere l’azienda."
Inizia così la nota congiunta di Sinistra Critica - Chieti e del Partito della Rifondazione Comunista - Chieti
"Sindacati e lavoratori hanno chiesto ripetutamente chiarimenti al nuovo proprietario, la società d’investimenti panasiatica Crescent Hyde Park con sede legale alle isole Cayman (?), riguardo il piano industriale (che oltre alla cassa integrazione prevede 170 esuberi) e l’accordo con le banche ( la società ha un debito di circa 300 milioni di euro), senza ottenere risposta. Il comportamento della proprietà è a dir poco criminale, il timore è che saranno i lavoratori a pagare la crisi di un’azienda le cui scelte imprenditoriali degli ultimi anni hanno aggravato fino a portarla alle attuali condizioni, con il rischio concreto di arrivare alla chiusura dello stabilimento teatino e alla perdita del posto di lavoro per oltre 400 lavoratori. L'incontro previsto il 14/09/2012 a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico, richiesto dal presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio e dal sindaco di Chieti Umberto Di Primio a cui erano sono stati invitati anche l’amministratore delegato di Sixty spa Pietro Bongiovanni e le Segreterie nazionali di Femca Cisl, Filctem Cgil, Uilta Uil, è stato annullato per volere di SIXTY SPA. E’ gravissimo il rifiuto al confronto e la mancanza di risposte da parte della Crescent Hyde Park, che al momento dell’acquisto dichiarò “l’intenzione di voler supportare il management di Sixty nel rilancio e nello sviluppo internazionale”.
Ad oggi sembra evidente che i fatti smentiscono le parole. Il caso della Sixty può essere considerato a tutti gli effetti un caso nazionale se, come dichiarato dal ministro Passera e dal presidente del consiglio Monti, il governo intende fare del made in Italy “il volano del rilancio economico del paese”.
Sinistra Critica Chieti e Partito della Rifondazione Comunista Chieti sostengono la lotta e le iniziative dei lavoratori Sixty e dei loro rappresentanti e propongono un incontro generale delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati in tutte le vertenze del territorio, ma anche di tutte le cittadine e i cittadini, per una ridefinizione degli obbiettivi comuni e delle lotte da intraprendere per una chiara e democratica soluzione della crisi."