Sono terremotati, ma di loro non c'è traccia in leggi e ordinanze
E' l'esercito degli affittuari
Il 6 aprile la vita di ogni cittadino dell'Aquila è cambiata radicalmente, ogni certezza che ognuno di noi aveva è crollata come un castello di sabbia, oltre alla distruzione materiale si è consumata anche la disgregazione affettiva, nel mio caso ho parenti distribuiti nelle tre province abruzzesi e la sofferenza che questa distanza comporta è alleviata solo in piccolissima parte dal telefono cellulare che se per tanto tempo ho odiato perchè squillava in continuazione anche nei momenti meno opportuni ora fa parte delle poche cose che ho salvato dal sisma e che amo in modo particolare perchè è il filo invisibile che mi lega alle persone a me più vicine.
Il dramma che più mi affligge in questo momento è il futuro di noi inquilini, mi spiego meglio siamo una categoria di persone assai vasta e che pare nessuno sa che esiste o fa finta di ignorare, siamo gli inquilini che non erano nè proprietari nè possedevano un alloggio popolare, ma bensì affittuari in case di privati cittadini. In questa categoria vi rientrano aquilani, studenti, extracomunitari, tutta gente che comunque ha una residenza all'Aquila e che ci vive e che fino ad ora non sa quale sarà il proprio futuro. Si parla molto di progetto C.A.S.E., casette di legno e linee guida per i criteri di assegnazione ma ad oggi non si hanno notizie riferite a questo esercito di persone. Bertolaso vuole fare un censimento sui proprietari di abitazioni dichiarate E ed F per sapere cosa vogliono scegliere se una casa nei nuovi quartieri, l'affitto in un altro appartamento oppure un contributo per l'autonoma sistemazione, giusto ma si deve anche pensare a noi cittadini che pure abitavamo nel capoluogo e che ora non abbiamo più un tetto sopra la testa. Sostengo che devono valere gli stessi diritti perchè anche noi siamo parte integrante della comunità aquilana non vogliamo essere considerati abitanti di ultima categoria solo perché non siamo o non avevamo una casa di proprietà.
Lettera firmata
Antonella Ettorre, inquilina
