"Sono tutti Dopati", ma la Russia Respinge le Accuse e Caccia il Capo del Laboratorio Analisi

11 Novembre 2015   06:08  

La accuse della Wada sul 'doping di Stato' in Russia sono "infondate". Lo ha ribadito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, all'indomani della pubblicazione del rapporto di 332 pagine dell'Agenzia mondiale dell'antidoping. "Quando vengono formulate delle accuse, ci devono essere prove sulle quali basarle - ha detto il portavoce, parlando da Sochi - Fino a quando non ci sono prove, è difficile reagire a qualsiasi accusa, che appare piuttosto infondata".

Il ministro dello sport Vitaly Mutko ha assicurato invece la disponibilità della Russia a fare fronte a eventuali irregolarità "di qualsiasi tipo" da parte dell'agenzia antidoping nazionale. Mutko, inoltre, ha annunciato che Grigory Rodchenkov, il direttore del laboratorio di Mosca al centro delle accuse, si è dimesso.

Intanto la Wada ha ufficializzato la sospensione provvisoria e con effetto immediato del laboratorio antidoping di Mosca. La decisione è stata presa all'indomani della pubblicazione del report. "La Wada ha agito rapidamente sulla base di una delle principali raccomandazioni formulate dalla commissione indipendente nel suo report", spiega il presidente dell'agenzia mondiale antidoping, Craig Reedie. "Il laboratorio di Mosca - aggiunge - è provvisoriamente sospeso e lo status dell'accreditamento del laboratorio stesso sarà deciso da una commissione disciplinare che sarà formata a breve per riesaminare il caso".


La sospensione provvisoria rimarrà in vigore per 6 mesi e vieta al laboratorio di Mosca di compiere qualsiasi attività antidoping, comprese le analisi di campioni di urine e sangue. Le autorità antidoping russe possono presentare ricorso al Tas di Losanna contro la decisione entro 21 giorni. In attesa di una decisione definitiva da parte della Wada, che si pronuncerà sulla base della raccomandazione della commissione disciplinare, tutti i campioni conservati nel laboratorio di Mosca saranno trasferiti "in modo sicuro e con una catena di custodia dimostrabile" a un altro laboratorio accreditato dalla Wada.

CIO - "Il Cio non ha motivo di mettere in discussione la credibilità dei risultati dei test antidoping alle Olimpiadi invernali di Sochi". Il Comitato olimpico internazionale si esprime così sulle accuse contenute nel report della Wada. Il Cio basa la sua osservazione sul rapporto del gruppo di osservatori indipendenti della Wada che all'epoca "non ha fatto alcuna menzione di tali irregolarità". "Irregolarità che non sono state segnalate nemmeno dagli esperti internazionali coinvolti, né riscontrate dal Cio stesso", si legge in un comunicato del Comitato olimpico internazionale, che ricorda tuttavia che "tutti i campioni prelevati vengono conservati per 10 anni" e che in presenza di dubbi "i test saranno ripetuti in modo appropriato".

"In ogni caso - conclude la nota - il Cio può effettuare nuovi test sui campioni prelevati quando saranno disponibili nuove tecniche scientifiche". In relazione agli atleti coinvolti nella vicenda russa, la posizione è chiara: "In base alla sua politica di tolleranza zero contro il doping, a seguito della conclusione di questa procedura il Cio prenderà tutte le misure e le sanzioni necessarie per quanto riguarda la revoca e la riassegnazione di medaglie, così come l'eventuale esclusione di allenatori e dirigenti dai futuri Giochi Olimpici".


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