Sospiri (FI), Ministero e Sovrintendenza hanno sbugiardato per l’ennesima volta l'amministrazioni Pd

23 Maggio 2016   13:39  

“Il Presidente D’Alfonso potrà aver fatto strappare tutti i cartelli che vuole, ma nulla cambia il fatto che oggi siamo a ‘+18 giorni’ dalla mancata approvazione del Piano regolatore portuale e dall’apertura della diga foranea, ‘+18 giorni’ che si aggiungono ai +24 mesi di false promesse, di bugie vere e proprie e di asinerie.

La stagione balneare 2016 a Pescara si è già aperta con una raffica di divieti di balneazione su tre quarti del litorale e, checché il vicesindaco Del Vecchio cerchi auto-giustificazioni risibili, la colpa è esclusivamente di una classe politica dirigente Pd che in due anni non è stata capace di fare l’unica opera utile: dare a Pescara un nuovo Piano regolatore portuale e sfondare la diga foranea.

E questo non è accaduto perché né il sindaco Alessandrini né il Governatore D’Alfonso sono stati capaci di consegnare i documenti richiesti al Consiglio Superiore dei lavori pubblici”.

Lo ha detto il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri replicando alle affermazioni del vicesindaco Del Vecchio.

“Come ampiamente previsto, Ministero e Sovrintendenza hanno sbugiardato per l’ennesima volta due amministrazioni Pd, quella comunale e quella regionale, che avevano tentato di confondere le acque e allontanare lo spettro di una stagione estiva con mille divieti di balneazione, lanciando il progetto di una fantomatica barriera galleggiante in mare, capace, a dir loro, di fermare l’inquinamento – ha ricordato il capogruppo Sospiri -, un progetto dal costo di ben 400mila euro e che avrebbe comunque miseramente fallito la sua mission.

Dopo interviste, conferenze stampa, presentazioni in pompa magna, oggi fa sorridere vedere un imbarazzatissimo vicesindaco-tuttologo Del Vecchio che tenta maldestramente di scrollarsi di dosso l’ennesimo fallimento della propria consiliatura, che invece gli resta ben appiccicato.

La stagione turistico-balneare di Pescara del 2016 si è aperta con il divieto di fare il bagno in mare, e ci addolora pensare alla disperazione di centinaia di balneatori, che stanno già oggi vedendo crollare prenotazioni di palme, ombrelloni e presenze.

Ci addolora perché questo tracollo si ripercuoterà su tutta l’economia cittadina, sull’intero comparto e il relativo indotto, e non saranno due concertini a risollevare le sorti della città. Questa volta però i colpevoli hanno un nome e un cognome, e sono gli esponenti del Pd che amministrano dal 2014 la città, la provincia e la regione.

Da due anni continuano a distribuire incarichi, redigere studi, fare riunioni, fare passerelle politiche, e dopo due anni non sono stati capaci di portare a casa l’unico risultato realmente utile a garantire un litorale balneabile per il capoluogo adriatico: ossia l’approvazione del Piano regolatore portuale da parte del Consiglio superiore ai Lavori pubblici che avrebbe consentito l’apertura della diga foranea. E non ne sono stati capaci nonostante i suggerimenti del Consiglio stesso, nonostante due studi idraulici affidati a professionisti esterni, il primo costato ai pescaresi 23mila euro; il secondo costato 45mila euro e ancora in corso d’opera, visto che la società che si è aggiudicata la redazione dell’elaborato ha 60 giorni di tempo per terminare il lavoro, e dunque non lo riconsegnerà al Comune prima di fine luglio-agosto.

In compenso il Governatore D’Alfonso si diverte a fare false promesse: la scorsa settimana, durante la presentazione del Master Plan, ha annunciato che ‘entro poche ore approveremo il Piano regolatore portuale’, peccato che senza l’ultimo studio ciò non sarà possibile, e nel frattempo ha anche fatto aggiudicare l’appalto per l’apertura della diga, andato alla Ador.Mare di Palermo, generando un paradosso, ossia abbiamo la ditta ma non abbiamo il cantiere da consegnare.

E anche questa situazione ci preoccupa sotto il profilo contabile e amministrativo, perché a oggi la stazione appaltante, il Genio Opere marittime, è materialmente esposta a una richiesta di risarcimento del danno da parte dell’impresa stessa, e parliamo sempre di soldi pubblici.

Il 6 maggio scorso, proprio per essere da pungolo a due amministrazioni inerti, avevamo esposto in piazza Unione, sulla facciata del Palazzo regionale, un calendario con dei cartelli, aggiornati quotidianamente, per contare quanti giorni ancora dovranno passare prima dell’apertura della diga foranea. Cartelli che hanno infastidito il governatore, il quale ne ha ordinato la rimozione: inutile, questo non cancella i ‘+18 giorni’ già trascorsi dal 6 maggio scorso.

La diga resta un muro insormontabile, il Piano regolatore portuale non è stato approvato e – ha aggiunto il Capogruppo Sospiri – la stagione balneare di Pescara è stata ormai massacrata.

Il vicesindaco Del Vecchio, che oggi governa la città, non ha ancora capito che il suo ruolo non è quello di denunciare, ma quello di trovare soluzioni, e lui non ne è capace, come il sindaco Alessandrini e come il Governatore D’Alfonso”.

 

 


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