Le belle parole di Eleonora Floris, dedicate alla sua città. A seguire un video dedicato alla rivolta delle Carriole, a firma del documentarista oramai aquilano di adozione Alberto Puliafito.
'' L'Aquila è così, una città piccola, in cui a giro tutti conoscono tutti. E quelli più conosciuti è come se fossero personaggi famosi.
L'Aquila è fredda: in inverno è fredda, in autunno è fredda, in primavera è fresca, in estate è finalmente calda. Ci lamentiamo sempre del troppo freddo, ma poi, quando arriva il caldo, soffriamo come pinguini all'equatore.
L'Aquila è chiusa dalle montagne, ha un orizzonte più breve, ma lo sguardo non è mai stanco di fermarsi su quei massi enormi che ci sovrastano, e ci proteggono, e ci dicono "che vai a fare altrove? Resta qui, con me".
L'Aquila è stretta in una cinta muraria, che non chiude e isola, ma cinge e tiene uniti i suoi abitanti, e invita altri a varcare le sue porte e godere delle sue bellezze.
L'Aquila è buona, non ti fa mai del male, non affonda le unghie nella carne, è sincera, si mostra per quel che è, e per questo non tutti la apprezzano, non tanti la notano...
L'Aquila a volte fa tenerezza, con i suoi treni di due soli vagoni, la sua stazione piccola e silenziosa, i suoi vicoli stretti, i suoi ciottoli scomposti, i suoi cani randagi, che tutti amano, ai quali non si sa chi, una volta, ha dato un nome.
L'Aquila è un'orchestra che non smette mai di suonare; gli archi risuonano sotto i suoi portici, i fiati si inseguono per i suoi vicoli, gli ottoni rimbalzano sui suoi tetti sghembi, le percussioni bussano sui vetri leggeri delle finestre. La sua musica ci viaggia dentro, e tutti possediamo, nello stesso istante, le stesse note, come in un colloquio interno segreto ma collettivo.
L'Aquila è magica, ti addormenti che è buia e scura, ti svegli e la trovi candida e canuta. Coperta di un manto di neve che scricchiola sotto le scarpe, e che, irresistibile, si fa abbracciare.
L'Aquila è così
così la voglio rivedere
e così la voglio ricordare.'' (Eleonora Floris)
