Spending review, Sanità in Abruzzo: taglio di 187 milioni da oggi al 2014

04 Luglio 2012   09:52  

La spending review colpirà duro, e a farne le spese saranno anzitutto le Regioni, chiamate a razionalizzare la spesa pubblica.

Uno dei punti chiave del taglio riguarda la Sanità. Enrico Bondi chiamato a mettere le mani nello spreco italiano, tira le prima "somme" e inizia a tagliare dalla Sanità.

 Il governo non imporrà nuovi ticket ma farà una manovra per 3-3,5 miliardi di tagli da qui al 2014, che diventano 8-8,5 miliardi se si sommano ai 5 miliardi di tagli già previsti per il prossimo biennio dalla manovra di luglio 2011. E’ quanto è emerso dall’incontro del governo con i rappresentanti delle Regioni.

Per l’Abruzzo, considerando la quota del 2,2% sul fondo sanitario nazionale la manovra potrebbe comportare tagli tra i 176 e i 187 milioni in tre anni.

Per il 2012 i nuovi risparmi si dovrebbero attestare a poco più di un miliardo di euro. Mentre per i due anni successivi la spesa sanitaria, che già doveva risparmiare in totale oltre due miliardi e mezzo per l'acquisto di beni e servizi e dispositivi medici, e un miliardo l'anno sulla spesa farmaceutica, dovrebbe produrre circa altri due miliardi aggiuntivi di risparmi.

Per ottenere i risparmi nei mesi che restano del 2012 è quasi certo l'anticipo della tagliola sugli acquisti di Asl e ospedali (secondo l'ultima bozza circolata con un taglio del 3,7%) che potranno avvalersi della prima tranche di prezzi di riferimento appena pubblicati dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e che, in forza del primo decreto spending review in via di conversione, potranno anche rinegoziare i contratti a prezzi «troppi alti» e interromperli senza pagare penali in caso di mancata risposta da parte dei fornitori.

Una parte importante di risparmi dovrebbe arrivare poi dallo sconto obbligatorio che applicano allo Stato industrie e farmacie per i medicinali a carico del Servizio sanitario. Quello dell'industria,  secondo l'ultima bozza circolata delle misure, passerebbe dall'1,83% al 6,4%, mentre quello dei farmacisti andrebbe dall'attuale 1,82% al 3,65%.

Misura che al momento sarebbe prevista per il solo 2012, ma non si esclude che lo sconto rafforzato possa protrarsi anche nel biennio successivo, magari con percentuali meno «punitive» per la filiera.

E se restasse confermato dal 2013 il ripiano a carico dell'industria farmaceutica del 35% degli sforamenti di spesa, si sposterebbero però i tetti per la farmaceutica territoriale (abbassata all'11,3%) e quella ospedaliera, alzata invece al 3,2%, anche per non tagliare le gambe ai farmaci innovativi, più costosi e distribuiti solo negli ospedali. Altri risparmi, infine, arriverebbero da un taglio del 2% rispetto alla spesa del 2011 per l'acquisto «di prestazioni da soggetti privati accreditati per l'assistenza specialistica ambulatoriale e per l'assistenza ospedaliera», oltre che dall'eliminazione di alcuni enti, come l'Istituto mediterraneo di ematologia o l'Alleanza degli ospedali italiani nel mondo. 

 


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