Spiaggia per nudisti a Torino di Sangro, l'associazione Contribuenti d'Abruzzo si oppone

"Porteremo caso in Regione e chiederemo referendum"

11 Luglio 2014   12:10  

La spiaggia per nudisti in località Lago Dragoni di Torino di Sangro "non si doveva da fare", in quanto andrebbe a stridere in maniera evidente con il contesto della realtà locale circostante.

E' il perno su cui poggia la posizione su cui si è assestata l'associazione Contribuenti d'Abruzzo, apertamente contraria all'esercizio del nudismo nella località balneare alla foce del Sangro, al punto da voler portare il caso sin sugli scranni della Regione.

"E' decisamente singolare quel che sta accadendo a Torino di Sangro" - ha affermato il presidente dell'associazione Donato Fioriti - "in quanto l'amministrazione comunale, pur dicendosi contraria alla pratica del nudismo in spiaggia ed anche alla finalità della legge regionale del 2013, ha concesso un tratto del litorale per l'esercizio della stessa".

Il tratto in questione, inaugurato lo scorso 21 giugno in località Lago Dragoni, sta attirando numerosi frequentatori, italiani e stranieri, ma evidentemente ciò non costituisce, agli occhi dell'associaizone, una ragione sufficientemente valida affinché l'attività possa continuare ad essere svolta.

"In una realtà locale piccola come Torino di Sangro un insediamento naturista ha un impatto notevole sulla popolazione" - ha proseguito Fioriti - "e non può che creare imbarazzi per il turismo di carattere familiare, per cui siamo pronti a portare la questione in Regione e chiedere un referendum. Oltretutto, appaiono dubbie sia la leggittimità della procedura di assegnazione sia l'idoneità del luogo scelto, tale da causare pericoli per i bagnanti. Per tali ragioni, abbiamo passato il caso al nostro legale Luigi Di Alberti".

Di parere non molto dissimile anche il consigliere comunale d'opposizione, nonché neo presidente di Contribuenti Torino di Sangro e comprensorio, Nino Di Fonso: "Si tratta di una scelta improvvisata, non condivisa in consiglio né tantomeno con i cittadini, che sta creando danni al nstro turismo che punta soprattutto sulle famiglie. Pur nel rispetto di chi ha il diritto di esercitare la propria libertà, chi rimborserà il settore del mancato guadagno?".


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