Storie di una terremotata sulla costa

di Daniela Salvatore

24 Giugno 2009   10:07  

''Vorrei portare la mia testimonianza di terremotata sulla costa. Premetto che non è mio interesse fare la guerra tra i poveri, siamo tutti terremotati, sopravvissuti all'ira della nostra terra che ci ha scaraventati, in pochi secondi, in posti da noi mai sognati.

Improvvisamente, senza un contratto e contrariamente agli accordi iniziali, lo"script" del film della mia vita è cambiato. Lo scenografo è stato sostituito, gli attori, protagonisti e comprimari, sono aumentati rispetto a quelli di prima del 6 aprile 2009.

Certo i fondali, fortunatamente, sono identici: il cielo, il sole, la luna. Ma al posto delle tanto amate montagne ora c'è il mare, al posto dei tanto amati monumenti e palazzi storici ora ci sono solo case e cemento, al posto della mia casa ora c'è una camera d'albergo. Già questo è difficile da accettare, in genere si sceglie di modificare la scenografia della propria vita. In questo caso, senza un
incarico ben preciso, il terremoto ha scelto per me.

Mi sono sempre sentita ripetere fin da bambina: "sei tu la protagonista della tua vita". Ho preso per buono questo prezioso consiglio e sono diventata, nello stesso tempo, attrice e regista, un pò come fa Nanni Moretti. E c'è sicuramente più gusto perché alla fine il copione te lo aggiusti come un vestito su misura. Ora quel vestito, con parti appena imbastite e con altre ben cucite, è stato strappato dal terremoto. La parte lavorativa è quella che ha il buco più profondo. Adesso bisogna ricucire gli strappi, ci vogliono ago e filo forti e una mano ben ferma.

Sarebbe bello raccontare le storie dei nuovi attori del film della mia vita.

Tutti comunque sbattuti, senza volerlo, in questo posto. Sono stata fortunata perché mi sono ritrovata a condividere i pasti, che scandiscono inesorabilmente le giornate di noi terremotati sulla costa, con gli stranieri dell'Aquila. E' come avere ora nel cast il jet-set hollywoodiano e senza supplemento al contratto.

Mi sento straniera anch'io tra i ragazzi senegalesi, una famiglia di Santo Domingo e due famiglie albanesi.

In genere quando si va in vacanza è normale fare amicizia con persone di fuori, si ha anche la testa alle vacanze e alle nuove conoscenze. Ma qui non siamo in villeggiatura e la mente è stata sistemata dal terremoto a vivere chi, come me, ha subito lo stesso trauma.

A vivere chi, come me, si deve sentir dire da alcuni camerieri, le comparse, che, non proprio gentilmente ci servono i pasti, che stare dalla loro parte è difficile.

Che loro iniziano a lavorare alle 11.30 del mattino.

Che se chiedi loro se sono rimaste delle patate ti rispondono:"Intanto mangiati quello che hai nel piatto". Che se fai notare che è andata via molta gente ti rispondono: "Siete sempre troppi!''.

Che mentre chiudono le finestre per poter aprire l'aria condizionata ti dicono, col sorriso cinico: "Ora apriamo il gas".

Che se chiedi di poter portare il pasto in camera perché c'è gente che non sta bene ti dicono: "Ma questo è per il cane? No? Allora dammi il numero della camera".

Anche tutto questo è difficile da accettare. Non capisco l'atteggiamento di certi in fondo, nessuno ha chiesto il terremoto e vorremmo tutti stare nelle nostre case a cucinare per noi e per i nostri amici e parenti.

Vorremmo tutti un pò più di rispetto come esseri umani: i nostri tavoli sono separati da quelli dei turisti da un muro immaginario e i nostri pasti sono diversi da quelli dei villeggianti. E questo è solo l'inizio del film che si sta girando.''

Daniela Salvatore

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore