Studio Anaao, medici sempre più insoddisfatti e stressati

23 Settembre 2014   12:11  

Medici ospedalieri insoddisfatti dei livelli retributivi rispetto alle responsabilita' delle corsie, stressati da carichi di lavoro sempre piu' faticosi ed a rischio di un crescente contenzioso medico legale, percepito come una minaccia dalla quasi totalita' degli intervistati, tale da incidere in modo drammatico sulla serenita' professionale.

Alla vigilia di una nuova manovra economica l'Anaao Assomed ha voluto tracciare un identikit dei medici ospedalieri proponendo un sondaggio condotto su un campione rappresentativo su tutto il territorio nazionale.

Dalle interviste emerge un vero e proprio SOS che la categoria lancia alle forze politiche e alle istituzioni: il 68 per cento si sente frequentemente stanco; il 58 per cento economicamente scontento; il 48 per cento emotivamente sfinito.

L'insoddisfazione e' massima rispetto alla progressioni di carriera (77 per cento) per la quale la maggioranza dei medici (53 per cento) ritiene che la competenza professionale conti poco rispetto alla politica che, invece, il 97 per cento dei medici crede decisiva per gli avanzamenti professionali.

Tra le altre cause di insoddisfazione, il 75 per cento indica il livello di retribuzione ancor prima della distribuzione di carichi di lavoro (64per cento), ed un miglioramento del livello retributivo costituisce la prima della aspettative dichiarate (67 per cento).

Un dato che indica chiaramente come il blocco della retribuzione e del contratto di lavoro in vigore dal 2010 abbiano notevolmente peggiorato il potere di acquisto dei salari e la condizione economica dei medici e delle loro famiglie, al di la' dei luoghi comuni su una attivita' libero professionale che interessa il 60 per cento della categoria. Altro risultato significativo dell'indagine riguarda il rapporto con la politica: il 97 per cento dei medici intervistati chiede di avere piu' peso nelle scelte aziendali e il 67 per cento attribuisce alla invasivita' della politica la principale responsabilita' della crisi del Ssn.

E' questo un dato che conferma come le riforme del sistema sanitario abbiano fallito l'obbiettivo di reclutare i medici nella gestione degli ospedali. I dipartimenti ed il collegio di direzione, anche se formalmente istituti, non hanno avuto riconosciuto il ruolo di collaborazione nelle scelte di politica gestionale.

Nonostante gli aspetti negativi della professione, i medici continuano a considerare buona la qualita' dei servizi offerti dal SSN e dagli ospedali in Italia nel loro complesso (rispettivamente 66 per cento e 67 per cento).

Tuttavia, pur nel giudizio positivo, ritengono che ci sia un peggioramento progressivo della qualita' dei servizi ospedalieri (49 per cento), specie nel confronto con gli altri Paesi europei tanto che il 35 per cento degli intervistati ritiene che la sanita' italiana funzioni peggio.

Tra i motivi del peggioramento della qualita' delle prestazioni ospedaliere i carichi di lavoro sono indicati come la causa principale, seguiti dagli scarsi investimenti nelle strutture e dalla crescita del contenzioso medico legale.

Un giudizio complessivo sulle cause di peggioramento che indica ancora una volta come sul lavoro medico e sulla qualita' dei servizi si riflettano le scelte di politica economica (blocco turn-over, pensioni ecc.) e di politica sanitaria (ritardi nella definizione delle reti ospedaliere ed assistenziali, integrazione ospedale-territorio ecc). Tutte le maggiori cause del peggioramento delle qualita' delle prestazioni sono segnalate nelle Regioni del sud piu' che in quelle del nord.

Una componente medica emarginata dalla gestione degli ospedali rende attuale il tema della collocazione della dirigenza medica nel pubblico impiego ed il 76 per cento dei medici si dichiara favorevole ad una revisione del ruolo giuridico dei medici. I provvedimenti legislativi e le leggi di stabilita' che negli ultimi anni hanno interessato la Pubblica Amministrazione hanno coinvolto la Dirigenza Medica, disconoscendo la sua specificita' di dirigenza professionale, assimilando l'atto medico a quello di procedimento amministrativo. Appare evidente come non sia rinviabile un intervento legislativo che definisca la specificita' ed unicita' del ruolo medico.

L'indagine - e' il commento del Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise - dimostra che abbiamo visto giusto quando negli ultimi anni abbiamo posto con forza il problema della governance delle aziende sanitaria e nella contrapposizione tra logiche organizzative e valori professionali una della cause principali di una questione medica che certo viene da lontano, ma che da questa crisi viene alimentata ed amplificata.

Torna tra i medici, specie i piu' giovani particolarmente colpiti dagli anni del blocco, il tema della retribuzione, a testimonianza di un impoverimento della categoria che non e' solo di potere di acquisto e livelli previdenziali, ma anche di formazione, sicurezza, investimenti in tecnologie e risorse umane.

Occorre adoperarsi per portare la sanita' nella agenda del Governo e con essa i diritti del lavoro non scindibili da quelli dei cittadini.

Ripartire dal lavoro, nelle sue varie forme, e dai suoi contenuti per ricordare a chi governa che senza di noi non esiste sanita' pubblica e financo la crociata contro gli sprechi, esige la nostra partecipazione e la nostra professionalita'.


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