Successo in Algeria del duo musicale abruzzese Mammarella-Di Felice,

13 Febbraio 2007   11:00  
E’ toccato all’Abruzzo, con due suoi giovani talenti, gettare un ponte tra le culture del Mediterraneo. Con loro, Stefano Mammarella al flauto e Simone Di Felice al pianoforte, la musica europea è andata in missione nel Maghreb, per incontrare il pubblico e la cultura araba di quel grande paese che è l’Algeria. Il risultato più rilevante che due giovani musicisti hanno riportato non sta solo nel successo strepitoso della loro tournée, svoltasi dal 29 gennaio al 3 febbraio, ma dall’entusiasmo prodotto dalla loro bravura e dalla loro personale presa sul pubblico, andato ben oltre il fatto musicale. Questa missione ha davvero seminato desiderio di dialogo tra culture e speranza di pace. Il 31 gennaio a Tizi Ouzou, presso la Casa della Cultura, il 1° febbraio al Teatro regionale d’Orano, il 2 febbraio al Palazzo della Cultura di Algeri, queste le tappe dei concerti del duo abruzzese, già maturo di esperienze in Italia e all’estero, ma che in Algeria ha conosciuto un vero trionfo. A conferma che i giovani e la cultura, nelle sue varie espressioni, sono un binomio essenziale per costruire ponti di amicizia e di pace tra le genti. Quando questo poi riguardi il Mediterraneo, i popoli che vi si affacciano, le culture che si confrontano - in questo caso la musica europea in un grande paese arabo – si percepisce compiutamente il valore del dialogo culturale su cui si può fondare un nuovo umanesimo, di rispetto, di amicizia e di pace. Dunque è stato un vero privilegio per l’Abruzzo, con due suoi valenti musicisti, realizzare questa bella missione. D’altronde l’Abruzzo vanta una solida tradizione musicale che, specie nel secondo dopoguerra, ha dato luogo a una copiosa fioritura di realtà musicali. In particolare all’Aquila, capoluogo regionale, l’appassionata opera di Nino Carloni portò nel 1946 alla nascita della Società dei Concerti “Barattelli” con le eccellenti sue stagioni musicali, poi alla costituzione dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese, dei Solisti Aquilani e del Conservatorio “Casella”, che tanto prestigio hanno guadagnato alla città fino a farla definire “Salisburgo d’Italia” per la qualità delle sue iniziative e per la sensibilità musicale del suo pubblico. Nondimeno L’Aquila oggi annovera Arthur Rubinstein, Goffredo Petrassi ed Ennio Morricone tra i suoi cittadini onorari. Ma anche le altre città abruzzesi hanno dato un grande impulso allo sviluppo della cultura musicale regionale, con realtà che man mano si sono affermate: Lanciano con l’Orchestra giovanile “Fenaroli”, Teramo con l’Istituto Braga, Pescara con la costituzione dell’Orchestra sinfonica e con il Conservatorio, e Chieti, più di recente, con la lirica al Teatro Marrucino. Proprio nel Conservatorio di Pescara si sono formati i due giovani musicisti Stefano Mammarella e Simone Di Felice. A questi musicisti la Regione Abruzzo ha affidato la missione musicale in Algeria e loro hanno risposto alla grande, meritandosi un successo strepitoso non solo per il livello dell’interpretazione musicale, sottolineato dalla stampa scritta e televisiva algerina, quanto per aver acceso quel feeling tra culture che apre ulteriori prospettive d’incontro. La tournée è nata da un’idea di Franco Santellocco (nella foto), autorevole consigliere del Cgie e componente del Consiglio regionale Abruzzesi nel mondo (Cram). Proprio durante il meeting che il Cram tenne a Santiago del Cile, a novembre dell’anno scorso, Santellocco, abruzzese della Marsica che da oltre trent’anni vive ad Algeri, propose a Donato Di Matteo, Presidente del Cram, di promuovere e sostenere un’iniziativa musicale abruzzese in Algeria, la prima in assoluto nel continente africano. Un’idea prontamente raccolta da Di Matteo, per la Regione Abruzzo. E’ stata poi la penetrante attività organizzativa di Santellocco a costruire l’evento, con la collaborazione dell’Istituto italiano di Cultura di Algeri, dell’Ambasciata d’Italia, del Rotary international e delle imprese italiane operanti nell’area nordafricana. Il duo Mammarella-Di Felice, flauto e pianoforte, non ha mancato le attese. Anzi, in tutti i concerti tenuti, ha dato prestazioni semplicemente eccezionali, con giudizi fortemente lusinghieri di pubblico e critica. Davvero un grande successo e un tributo d’entusiasmo per i due giovani musicisti abruzzesi. Vasto il repertorio offerto che ha abbracciato due secoli di musica colta, dal Settecento al Novecento. Brani di Schubert, Briccialdi, Donizetti, Borne, Gaubert, Poulenc e Prokofieff, trascritti per flauto e pianoforte, hanno avuto un’interpretazione esaltante grazie al talento espressivo del duo abruzzese, fino ai confini del virtuosismo. Da raffinato musicofilo, Santellocco ha commentato: "Bravi esecutori, senza dubbio, buona musica, senza dubbio, ma anche molto di più, quel di più che il pubblico ha subito captato, quel di più che è un mix di tante cose, passione vera per la musica, personalità, semplicità, voglia di esprimere e di conoscere. Due giovani che hanno portato molto più che la loro musica, hanno portato la voglia sincera di conoscere un Paese, una realtà diversa, e la gente di questo Paese l’ha sentito, l’ha capito, l’ha apprezzato e ha loro tributato il successo che meritano. Noi che abitiamo qui, che conosciamo il Paese e la sua gente, abbiamo subito avvertito il fremito del pubblico, quel quid che lega le parti...". Insomma, un’esperienza bella e significativa, che ha reso onore all’Abruzzo attraverso due suoi giovani musicisti di sicure prospettive. Per di più un’esperienza che per il Cram e per l’Abruzzo apre un nuovo sentiero di relazioni con i Paesi dell’area mediterranea, dove cifra del dialogo sia appunto la cultura in genere e la musica in particolare. Una Regione che ha un Assessore alle Politiche del Mediterranea, il siriano Mahmud Srour che da quasi quarant’anni vive all’Aquila, suppongo avverta nel profondo l’esigenza di rafforzare il dialogo interculturale. Farlo con l’ausilio delle comunità abruzzesi nei Paesi che affacciano sul Mare Nostrum – come ha dimostrato l’evento promosso da Santellocco – è garanzia di risultati certi perché non c’è miglior ambasciatore nel mondo al pari d’un Abruzzese.

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