Sulmona, tante micro-imprese e poca competitività

07 Marzo 2009   09:27  

La realtà economica di Sulmona è costituita per il 60% da imprese con un solo dipendente. Il restante 39%, invece, è rappresentato da aziende fino a 3 dipendenti. Solo il restante 1% è rappresentate dalle uniche due realtà significative presenti sul territorio, vale a dire la Magneti Marelli ed il call center 3G. Un territorio costituito da piccole realtà economiche che, proprio per questo motivo, non possono competere con le rispettive realtà della costa e di altre zone d’Abruzzo.
In questo micro attività è stato riscontrato la rigidità del costo del lavoro (i dipendenti non possono usufruire della Cassa Integrazione e né possono essere licenziati per non disperdere il patrimonio umano e professionale) e l’impatto non positivo di questo sugli studi di settore.  
I piccoli imprenditori chiedono nuovi provvedimenti per una revisione degli studi di settore e l’alleggerimento fiscale. E’ quanto emerso mercoledì 4 marzo, a Sulmona, all’incontro “L’importanza del territorio negli Studi di Settore”.

All’appuntamento, aperto a tutti i professionisti della zona, hanno partecipato il presidente della Società per gli studi di settore spa, Giampietro Brunello e, sempre per la Sose, Danilo Ballanti, e in rappresentanza dell’Agenzia delle Entrate, il direttore Regionale Giovanni Achille Sanzò, in rappresentanza degli Ordini professionali della Valle Peligna, Francesco Verini, l’Assessore alle finanze del Comune di Sulmona, Giuseppe Schiavo ed il presidente del consiglio comunale, Nicola Angelucci.

L’obiettivo della giornata di studio è stato quello di analizzare le problematiche applicative degli studi di settore, con riferimento alle peculiarità del territorio, al fine di far emergere elementi utili per adeguare allo specifico contesto economico locale gli indicatori previsti dalla legge e rendere così questo strumento quanto più possibile rappresentativo della realtà economica, migliorandone l’applicazione in sede di accertamento.

“Dai dati emersi”, ha spiegato l’assessore alle finanze del Comune di Sulmona, Giuseppe Schiavo, “è emerso che la realtà economica di Sulmona è prevalentemente costituita dalle micro attività commerciali. Nell’ultimo anno c’è stata un’impennata di aperture di partite Iva perché, in seguito alla crisi che ha colpito il territorio e alla chiusura di alcuni importanti insediamenti industriali, molti addetti del sistema della grande industria si sono riversati nel terziario, e prevalentemente nei servizi di ristorazione e bar. Adesso però bisogna analizzare l’andamento di queste nuove attività. Sulla base di questi fattori di criticità abbiamo insistito per avere una revisione degli studi di settore. Infatti, Sulmona non ha un commercio evoluto nonostante la presenza di alcuni centri commerciali – uno dei quali anche in difficoltà - che penalizzano in parte tutte le micro attività di commercio che esistono sul territorio”. Nel corso dell’incontro l’assessore ha fatto presente ai dirigenti della Sose le preoccupazioni per i possibili ridimensionamenti e chiusure di alcune strutture pubbliche che potrebbero “far venire meno la presenza di diversi stipendi. C’è quindi da chiedersi che fine faranno le numerose attività commerciali presenti nel territorio? Bisogna per questo prevenire attraverso correttivi che vadano ad abbassare gli studi di settore e negli stessi siano considerate le criticità strutturali della gracile economia del centro-abruzzo. Anche se spesso, in sede di accertamento, vengono richiesti importi non significativi, è importante non disperdere queste risorse in favore dei consumi. Del resto, applicando la teoria del moltiplicatore in economica tanto più alta è la propensione al consumo tanto più alto è l'aumento di ricchezza, qualunque azione venga intrapresa”.

 


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