Tagli alla lotta contro i disturbi alimentari nella Legge di Bilancio

Emergenza sanitaria in crescita

10 Gennaio 2024   11:23  

Nella recente approvazione della Legge di Bilancio, è emersa una decisione che ha scosso il settore della salute mentale in Italia: i fondi precedentemente stanziati per il contrasto ai disturbi alimentari sono stati completamente eliminati. Si tratta di un taglio di 25 milioni di euro, originariamente destinati al biennio 2023-2024 per ampliare la rete di servizi dedicati a coloro che lottano con queste gravi patologie.

I fondi erano finalizzati ad aumentare il numero di ambulatori, mirando soprattutto ad assistere coloro che, pur soffrendo di disturbi alimentari, non avevano la possibilità di accedere a strutture specializzate. Attualmente, su un totale di 126 strutture in tutto il paese (112 pubbliche e 14 private), il Nord ne conta 63, con l'Emilia-Romagna che ospita 20 di esse. Nel Centro, le strutture scendono a 23, mentre Sud e Isole ne vantano 40, di cui 12 in Campania e 7 in Sicilia. Il Molise, invece, non ne dispone affatto.

Laura Dalla Ragione, direttrice della Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria, ha espresso preoccupazione sull'attuale inadeguatezza della rete, specialmente considerando l'aumento dei disturbi alimentari post Covid. Il censimento del 2023 ha registrato un totale di 126 strutture, con notevoli disparità regionali.

Il fondo eliminato aveva consentito di potenziare i servizi esistenti, attivarne di nuovi e assumere 780 professionisti tra psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, infermieri, dietisti, nutrizionisti e medici specialisti in nutrizione clinica. Tuttavia, a causa della mancanza di finanziamenti, il progetto sarà interrotto e gli ambulatori chiuderanno entro il 31 ottobre, mettendo in seria difficoltà tutti i pazienti in carico.

Nel frattempo, la prevalenza dei disturbi alimentari continua a crescere. Dalla Ragione ha rilevato un aumento significativo dei casi, passati da 680.569 nel 2019 a 1.680.456 nel 2023. Secondo i dati del Registro nominativo cause di morte (Rencam), cinque anni fa si sono registrate 2.178 morti legate ad anoressia e bulimia, mentre nel periodo più recente i decessi sono saliti a 3.780, con un'età media di 25 anni.

Giuseppe Rauso, presidente dell’Associazione nazionale disturbi del comportamento alimentare, ha espresso disperazione e ha sottolineato l'urgenza di interventi legislativi che possano ripristinare la speranza, considerando questi disturbi come la seconda causa di morte tra i giovani, subito dopo gli incidenti stradali.


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