Il Tribunale Amministrativo Regionale dell'Abruzzo ha dichiarato conclusa la controversia legale sulla caccia ai cervi, salvando 469 esemplari, tra cui 142 cuccioli.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) dell'Abruzzo ha posto fine alla controversia legale relativa alla caccia ai cervi nella regione. La decisione arriva dopo che la Regione Abruzzo aveva autorizzato, con la delibera n. 509 dell'8 agosto 2024, l'abbattimento di 469 cervi, inclusi 142 cuccioli di meno di un anno.
Il TAR ha dichiarato "cessata la materia del contendere", rilevando che l'atto impugnato ha esaurito i suoi effetti, poiché la stagione venatoria si è conclusa a marzo.
La vicenda aveva suscitato un acceso dibattito tra le associazioni animaliste, tra cui WWF, LAV e LNDC Animal Protection, che avevano presentato ricorso contro la delibera regionale. Inizialmente, il TAR aveva respinto la richiesta di sospensiva cautelare, ma successivamente il Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso, sospendendo l'efficacia della delibera.
L'avvocato Michele Pezone, rappresentante delle associazioni ricorrenti, ha dichiarato che, nonostante la decisione del TAR non entri nel merito, l'abbattimento dei cervi non è avvenuto, rappresentando comunque una vittoria per la tutela della fauna selvatica.
La delibera regionale era stata motivata dalla necessità di contenere i danni all'agricoltura e gli incidenti stradali causati dai cervi. Tuttavia, le associazioni ambientaliste avevano contestato la misura, sostenendo che si trattasse di un piano venatorio piuttosto che di un intervento di contenimento.
La mobilitazione pubblica contro la caccia ai cervi aveva raccolto oltre 134.000 firme in una petizione online, evidenziando un ampio sostegno alla causa animalista.
Con la conclusione della stagione venatoria e la decisione del TAR, i cervi abruzzesi sono salvi, almeno per quest'anno.