Teatri possibili: l´Amleto debutta a L´Aquila

24 Gennaio 2007   22:02  
"Racconta di me e della mia causa, non dimenticare".... Sono queste le ultime parole che Amleto morente rivolge ad Orazio, l´amico carissimo, l´unico sopravvissuto della storia. E questi accoglie la preghiera e ne diventa il testimone. Col procedere del tempo però, com´è normale, il ricordo si sbiadisce e si deteriora e nella mente di Orazio la vicenda si confonde e si scompone. In una stanza vuota si racconta ma, forse è più esatto dire, si ricorda la vicenda di Amleto, così come la memoria di Orazio ce la rimanda: una sequenza più o meno logica di quadri in cui i volti e le immagini emergono dal buio con la rapidità di un battito di ciglia. La scena è una stanza della memoria, claustrofobica e senza via d´uscita. Le azioni si susseguono al ritmo ossessivo del ricordo, si confondono e si mischiano come avviene nella mente di Orazio, che ci restituisce una storia spezzata, frammentaria, ma colma di umanità. Dopo il successo degli spettacoli Otello, Romeo e Giulietta e Macbeth, Corrado d´Elia e la Compagnia Teatri Possibili concludono il percorso shakespeariano affrontando ieri sera, al teatro Sant´Agostino di L´Aquila, uno dei testi più amati, più tradotti e più rappresentati al mondo: L´Amleto, diretto e interpretato da Corrado D´Elia (nella foto). Tutti gli allestimenti sono caratterizzati da messe in scena originali, un linguaggio visivo marcato e quasi cinematografico, essenzialità nelle scelte di scene e costumi, ritmo sostenuto, uso drammaturgico delle luci e della musica e spesso mancanza totale di coordinate spazio-temporali concrete e naturalistiche. Un percorso verso la frammentarietà, che qui raggiunge il suo apice, con un taglio fortemente cinematografico. I luoghi dove si svolgono le azioni sono spesso luoghi della mente, dell´immaginario o dell´anima in una logica di labilità del confine tra sogno e realtà.

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