Il Comune di Teramo applica la sentenza 68/2025, riconoscendo ufficialmente un bambino con due mamme, mentre la Lega contesta l’iniziativa come “ideologica”.
La municipalità di Teramo ha ufficialmente registrato, nella mattinata del 12 luglio 2025, il primo riconoscimento in Italia di un bambino nato da una coppia di donne, in attuazione della sentenza 68/2025 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale l’art. 8 della legge 40/2004 riguardante la PMA eterologa.
La cerimonia si è svolta alle 10:00, presso l’ufficio del sindaco Gianguido D’Alberto, con la presenza dell’assessore all’anagrafe Pina Ciammariconi e personale comunale. Questo atto, già sperimentato a Genova, va a consolidare il riconoscimento della “madre intenzionale” secondo i principi della Corte.
La decisione ha suscitato un forte rifiuto politico. Carola Profeta, responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega Abruzzo, ha definito l’iniziativa come un «atto ideologico che stravolge la realtà naturale della famiglia e i diritti fondamentali dei minori». Secondo la dirigente del partito, “nessuna sentenza può cambiare la realtà dei fatti: un bambino nasce da un uomo e da una donna”, e avverte che pratiche come la PMA o l’utero in affitto rappresentano un “attacco all’infanzia”.
Profeta ha inoltre dichiarato che “il bambino si vede negare il diritto a crescere con una madre e un padre” ed esige un intervento deciso anche a livello europeo per contrastare quella che definisce una “deriva ideologica”.
In risposta, associazioni e forze sindacali, come CGIL Teramo, hanno ribattuto che si tratta di “un segno di civiltà” e di rispetto della Costituzione. Hanno esaltato l’atto come espressione del “diritto all’amore” e della piena cittadinanza per le famiglie arcobaleno, sottolineando che tali bambini sono “frutto di scelte d’amore” e meritevoli di piena tutela.
La sentenza 68/2025 ha aperto scenari nuovi: consente il riconoscimento diretto in Italia della madre intenzionale nei casi di PMA estera, garantendo stabilità giuridica e affettiva al minore . Tuttavia, la normativa italiana non ha ancora esteso uguale tutela ai figli di coppie maschili, i quali rimangono esclusi dallo stesso riconoscimento automatico .
Il dibattito sul riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, nato sul fronte giuridico, si è ora trasferito nel confronto politico e culturale. Da un lato la Lega respinge il provvedimento come un’invasione nell’ambito della cosiddetta “famiglia naturale”; dall’altro, sostenitori dei diritti civili chiedono di interpretarlo come un progresso in chiave costituzionale e inclusiva.
Nel contesto, si moltiplicano le voci per un intervento legislativo più ampio: includere non solo le madri ma anche tutti i tipi di genitorialità omosessuale, in risposta a un’esigenza di uguaglianza piena sancita dalle pronunce giudiziarie e dalle associazioni LGBTI+.
Con questo primato simbolico, Teramo si conferma al centro di un nodo cruciale: riconoscere tutti i legami familiari significativi nell’interesse superiore del minore, nel rispetto delle decisioni della Consulta e del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione italiana.